a 33 anni dalla morte

L’eterna giovinezza di Jean-Michel Basquiat

Basquiat disegnato da Alessandro Baronciani
Basquiat disegnato da Alessandro Baronciani

 

  • Il 12 agosto 1988 muore Jean-Michel Basquiat a New York, nel loft al 57 di Great Jones Street. Sulle cause non ci sono dubbi: overdose. In tasca ha due biglietti aerei per Abidjan, in Costa d’Avorio, dove avrebbe dovuto sottoporsi a un rito vudù di disintossicazione.
  • Nel 1981 Basquiat ha vent’anni ed è sulla scena del graffitismo con il nome di Samo – same old shit – e il suo amico Diego Cortez lo inserisce tra gli artisti di “New York/New Wave”, la mostra al P.S.1 di Long Island poi entrata nella storia. 
  • Lì c’è Emilio Mazzoli, gallerista quarantenne che, in Italia, ha lanciato il movimento della transavanguardia, che il giorno dopo, entra nel suo appartamento, acquista disegni per 10mila dollari e lo invita a esporre nella sua galleria di Modena. In quella galleria, ad aprirgli la porta trova mia madre, Rossana Sghedoni, assistente ventitreenne di Mazzoli.

Il 12 agosto 1988, in una New York calda come non si sentiva da un po’, Jean-Michel Basquiat consuma la sua fiamma nel loft al 57 di Great Jones Street. Sulle cause non ci sono dubbi: overdose. In tasca ha due biglietti aerei per Abidjan, in Costa d’Avorio, dove avrebbe dovuto sottoporsi a un rito vudù di disintossicazione. Basquiat è morto, Basquiat è una star. Eternamente giovane e bello, nel momento esatto in cui la sua vita finisce diventa icona contemporanea. Triste pensare che, a volte, s

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