Tutto quello che leggerete sulla serie The Ferragnez è uno spoiler, ma la verità è che la vita stessa di Fedez e Chiara Ferragni è uno spoiler continuo e che probabilmente quello che spaventa ai due della morte è che nessuno abbia mai postato nulla dall’aldilà.

Hanno raccontato via Instagram la vita quando era una striscia rosa su un test di gravidanza, quando era un feto, quando la bimba veniva al mondo con la mamma truccata come se le spinte le avesse date l’ostetrica al posto suo, quando la bimba veniva ricoverata in ospedale con flebo al braccio e foto ricordo nelle storie dopo la quale seguiva adv di gioielli.

É difficile, dunque, comprendere il perché di un racconto che narra ciò che è stato così tanto spremuto, condiviso, narrato. É come dire: faccio una soap su Beautiful.  Soprattutto, è difficile decidere cosa rimanga del racconto sui Ferragnez al netto dei quattrocento “super” utilizzati da Chiara come rafforzativi e della linea narrativa intera, se si elimina il concetto “Chiara e Fede sono tanto diversi”, “Chiara è solare, lui è ombroso”.

In pratica, se Fedez dovesse mai assumere un farmaco per stabilizzare l’umore, i Ferragnez sparirebbero nelle nebbie fitte delle coppie in cui ci si somiglia e non ci sarebbe altro da aggiungere. E se Chiara smettesse di piazzare un “super” prima di qualunque aggettivo, la serie durerebbe dieci minuti.

Il pubblico della Leopolda

Anche perché diciamolo, i comprimari sono tipo il pubblico della Leopolda: non sai perché siano lì e chi glielo faccia fare. Le sorelle di Chiara (che lei chiama “sisters”) sembrano due Skipper in tenda accanto alla Barbie nel castello, tutte con le onde da piastra Ghd, tutte bionde, tutte truccate, tutte plastificate e chiamate a commentare la vita della sorella, come se l’universo mancasse di pareri sulla vita dei Ferragnez (“siamo una super sorellanza”, dice Valentina).

E poi lei, l’Ape Regina, mamma Marina, con quell’aria da boom economico anni Cinquanta, un po’ Nicole Kidman ne La donna perfetta, sempre fresca di estetista, cammina e lascia una scia di profumo dolciastro pure dalla tv. Gli uomini, soprattutto i compagni delle sorelle, sono anche loro figure scialbe sullo sfondo, costretti a muoversi in un mondo pastello nel ruolo di “fidanzati di sorelle di”, che se uno ci pensa è uno strazio infinito.

Menzione d’onore al padre di Chiara che arriva, saluta e poi si dilegua dietro una pianta finta per preservare la sua dignità, visto che è l’unico che non si fa i boccoli con la piastra in famiglia.

Fedez in trappola

E poi c’è lui, Fedez. Che onestamente io non so come faccia ad andare a dormire la notte e a non avere paura di svegliarsi all’improvviso, di ritrovarsi la moglie, la suocera e le due sorelle Gertrude e Genoveffa tutte pallide, tipo la servitù di The others, che lo fissano, per poi evirarlo e succhiargli l’anima per rimanere giovani, bionde e con le onde piastrate per sempre.

A me era antipatico Fedez, ma dopo questa serie vorrei abbracciarlo forte e dirgli che la sua esistenza immersa nella dimensione stucchevole, plastificata, passivo-aggressiva di “The blonde salad” mi suscita molta empatia.

Lui e la madre, perennemente incazzati col mondo, mi sembrano il giusto contrappeso, lo scarabocchio sul foglio bianco, la puzza di vita in quell’atmosfera di cellophane e cipria fissante che è il lato Ferragni.

Fedez ne esce, almeno, come un essere umano. Contorto, diffidente e cupo, Fedez si fida solo di sua madre (noto mastino) perché una madre non tradisce. Ne ha piene le palle dell’entourage di Chiara, delle sorelle di Chiara, del mondo rosa confetto di Chiara che si ferma sulla soglia della sua stanza dei giochi, una specie di panic room in cui il camper di Barbie non può parcheggiare.

In questo mondo di apparente incomunicabilità lui e la moglie decidono di andare insieme dal terapeuta di coppia, il quale - vecchia volpe - comprende subito che il problema dei due è quello di non essere mai soli e quindi suggerisce loro di trascorrere un weekend insieme con dieci cameraman e il gruppo di autori a supporto, in una serie tv distribuita in tutto il mondo da Amazon.

Dettagli sfuggiti

Foto Gian Mattia D'Alberto - LaPresse 02-12-2021 Milano Spettacolo "The Ferragnez La Serie" Photocall nella foto: Fedez, Leone Ph Gian Mattia D'Alberto - LaPresse 2021-12-02 Milano Entertainment "The Ferragnez La Serie" Photocall in the photo: Fedez and Leone

Al terapeuta sfuggono, in compenso, problemi lievemente più macroscopici: Chiara che afferma di non voler viziare il figlio Leone dopo che ha affittato una villa a Como per le feste e ha fatto schiacciare un pulsante a Leone col quale il bimbo ha acceso luminarie, la pista del ghiaccio, le giostre con i cavalli e tutta la Lombardia.

O che papà Fedez si è sottoposto a otto ore di trucco per assomigliare a Babbo Natale anzichè comprare il bustone a 6 euro e 90 vestito+galosce+occhiali+barba finta acrilica che prende fuoco già a 50 metri dalla prima candela accesa.

Sfugge, allo psicologo, l’aria gelida, formale di una cena in famiglia in cui Chiara indossa un collier Bulgari e non accompagna neppure a letto il figlio, che sparisce assieme alla tata.

Gli sfugge il linguaggio mesto e performante della Ferragni per cui il marito “oggi è preso bene, è SUPER simpatico ma il giorno che è preso male è difficile”. O l’agghiacciante “Ho il plus di avere un bambino stupendo”. O “Questo è il mio look per ritirare l’Ambrogio d’oro”. O lui che le dice cosa farà a Sanremo e lei “super cool amore!”. O “Non voglio creare aspettative su ciò che mio figlio vorrà fare, però è molto espressivo, magari farà l’attore!”. Insomma, si vola basso, mica ha aspettative. Roba che se non diventa Robert De Niro può anche fare l’amministratore delegato di Porsche, per carità.

Ma è anche bellissimo quando il suo general manager le dice che potrebbe partorire l’8 marzo e lei lo trova “super top”, per poi aggiungere che lì “si lavora super sodo” e capisci che è vero quando il super manager dell’azienda The Blonde Salad racconta di essere stato mandato a comprare un test di gravidanza per Chiara come un assistente di 19 anni tra un caffè da portare in riunione e un salto in lavanderia.

Chiara trova anche “super dolci” Fedez e il figlio vestiti allo stesso modo per Sanremo e si dispiace del fatto che il marito, preoccupato per il Festival, sia un “tato super sconfortato”. Naturalmente è anche “super in ansia” perché deve registrare la sigla della serie, fortuna che c’è la sua “super amica Martina”.

Super vita

La vita di Chiara è quella di una super eroina in cui è tutto super, tipo il papa che ha la papamobile, Batman che ha la Batcaverna, Super Chiara che ha tutto super, tranne il vocabolario.

Fedez, invece, vive perennemente in guerra, dice lui. Un vero guerriero che partecipa a una serie in cui si dovrebbero sdoganare la terapia di coppia e il ricorrere a professionisti e invece si fa fare le carte dalla nonna forse per sapere quanti “super” Chiara dirà entro fine giornata. Che si rivolge a un numerologo per decidere le date di uscita dei dischi. Insomma, è sdoganata più la stregoneria, che la psicologia.

Fedez che si fa vestire e mettere le calze dagli assistenti come un infante. Che come un infante parla di caccole e “mi scappa la cacca”, con lei che si irrita perché “la fai cinque volte al giorno!”. Che però, nei rari momenti di stipsi, si occupa anche di marketing aziendale e spiega alle banche come rendersi simpatiche raccontando quante cose belle fanno.

Equilibrio Instagram

Gian Mattia D'Alberto - LaPresse

Verrebbe quasi da voler bene a Fedez che si racconta così schivo e misantropo, se all’improvviso non si uscisse da questa nuvola rosa che è la visione dei Ferragnez e non si realizzasse che quello schivo della coppia sta raccontando la sua esigenza di riservatezza su Amazon, condividendo ogni singolo istante della sua esistenza sui social, sposando cause utili al suo conto corrente e al suo posizionamento.

Alla fine, la sensazione è che il collante dei due non sia la diversità, ma un equilibrio preciso, chirurgico: lei è così presa da sé di non curarsi troppo dei suoi umori se non in quei cinque minuti di chiacchiere dallo psicologo, lui è così preso dai suoi umori da non curarsi troppo di nessuno.

Però si amano, tantissimo. Lo capisci quando tornano dal loro weekend lui davanti e lei dietro in macchina con l’autista, quando lui deve chiamare la suocera e dopo cinque anni insieme non ha neppure il suo numero salvato in rubrica, quando la coppia ritrova finalmente lo slancio, l’affiatamento, la passione ardente nel luogo che tutti immaginano: Instagram.

© Riproduzione riservata