Dove la frutta è oro: viaggio nei supermercati più costosi del mondo

Cibo è il nostro inserto mensile che racconta il mondo attraverso ciò che mangiamo. Esce l’ultimo sabato di ogni mese sulla app di Domani e in edicola. In ogni numero svisceriamo un tema diverso con articoli, approfondimenti e commenti: il tema del numero di questo mese è la frutta che diventa un lusso. Qui troverete man mano tutti gli altri articoli di questo numero. In questa pagina, invece, tutti gli altri articoli di Cibo, che è anche una newsletter gratuita. Ci si iscrive a questo link. In alcuni supermercati, la spesa è un’sperienza d'élite. Ci sono store a Los Angeles dove un avocado costa 6 dollari, i dragon fruit si vendono a 50 dollari al chilo e le persone entrano anche solo per comprare succhi detox (18-25 dollari), come l’Hailey Bieber Strawberry Glaze, con mandorle e alga rossa, o lo Short’n Sweet di Sabrina Carpenter con polvere di perle. I templi del cibo costoso Uno di questi posti è Erewhon Market che nella cultura californiana contemporanea rappresenta un vero e proprio distintivo di appartenenza sociale. Situato principalmente a Los Angeles e Beverly Hills, questo tempio del biologico di lusso attrae celebrità e influencer che possono trasformare ogni acquisto in contenuto social, creando un'esperienza che inizia già dall’arrivo con il servizio gratuito di ritiro e parcheggio dell’auto. I clienti, soprannominati erewhonians, hanno sviluppato veri rituali attorno alle visite, pianificando outfit specifici nella consapevolezza di poter essere fotografati dai paparazzi o finire in una diretta di qualche influencer. Il fenomeno dei supermercati di lusso ha infatti generato anche i "grocery haul" su TikTok e Instagram, dove le persone documentano e mostrano gli acquisti da migliaia di dollari, trasformando la spesa in intrattenimento per milioni di spettatori. Ma al di là del fenomeno social, la filosofia aziendale si basa su standard rigorosi che escludono conservanti artificiali, coloranti sintetici e organismi geneticamente modificati – criteri di qualità che giustificano prezzi superiori del 20-40 per cento rispetto ai supermercati tradizionali. Ad esempio una bottiglia d'acqua con ossigeno aggiunto costa 22 dollari, nonostante la comunità scientifica abbia dimostrato che questa addizione non ha benefici dimostrabili. Il prezzo assurdo è diventato però parte dell'appeal del prodotto: più costa, più diventa desiderabile per una clientela che cerca esclusività. Se dal grande magazzino Bergdorf Goodman a New York la selezione gourmet incontra la moda di alta gamma, Gelson’s in California proclama life tastes better here come slogan, con tanto di personale che offre consigli personalizzati, crea cesti regalo gourmet e offre la consegna a domicilio per i clienti più esigenti. Ma non è un fenomeno che riguarda le città cool. Balducci’s rappresenta un’oasi di sofisticazione culinaria nella regione atlantica centrale, con prodotti gourmet e specialità internazionali altrimenti difficili da trovare, con un’atmosfera che ricorda più un mercato gourmet europeo che un supermercato americano tradizionale. The Alaskan Commercial Company rappresenta invece un caso unico dove i prezzi elevati sono determinati non dal lusso ma dalla geografia estrema. Situato anche nelle zone remote della regione, questo supermercato deve affrontare costi di trasporto enormi per portare prodotti freschi in comunità isolate. Il design può ricordare più un Walmart che un supermercato di lusso, ma i prezzi riflettono la realtà economica dell’Alaska rurale: una mela 8 dollari e un pacco di pasta 25. Prodotti di base come latte, pane e verdure fresche costano il doppio o triplo rispetto ai prezzi negli Stati Uniti continentali, creando un paradosso interessante per un supermercato che non aspira al lusso ma con tariffe che rivaleggiano con quelle dei supermercati più esclusivi del mondo. Meloni, manghi e uva pagati a peso d’oro La variante orientale I depachika giapponesi situati nei seminterrati dei grandi magazzini di lusso come Takashimaya rappresentano una forma unica nel retail alimentare mondiale. Questi spazi trasformano l’acquisto di cibo in un’esperienza estetica e culturale che riflette, ad esempio, l'attenzione maniacale ai dettagli. Qui l’uva Ruby Roman può costare centinaia di euro al grappolo, le angurie quadrate perfettamente geometriche sono coltivate in contenitori speciali mentre sulle mele mojie ringo vengono applicati adesivi che bloccano la luce solare. Una volta rimossi, presentano disegni o scritte perfette sulla buccia. Queste mele artistiche possono costare fino a 45 euro l’una. Seijo Ishii, catena di negozi di alimentari importati, basa invece la sua strategia su una selezione molto curata dei prodotti, con acquirenti specializzati che viaggiano in tutto il mondo alla ricerca di produttori artigianali e specialità uniche. A Hong Kong, City’Super serve l’élite con frutti di mare freschi importati quotidianamente, funghi Matsutake rari che costano centinaia di dollari al chilogrammo e prosciutto Iberico spagnolo. La selezione riflette la natura internazionale di Hong Kong, combinando cucina asiatica e specialità occidentali per espatriati benestanti, uomini d'affari internazionali e residenti locali disposti a pagare prezzi ben sopra la media. Dean & DeLuca che ha globalizzato l’eccellenza culinaria newyorkese dopo alcune criticità finanziarie ha aperto dei distaccamenti in Kuwait, Dubai, Giappone, Corea del Sud e Singapore, adattando il concept alle preferenze locali. Tra le proposte più scenografiche ci sono i Miwa Somen Konishi Arcobaleno, quattordici mazzetti di sottili noodles artigianali dai colori naturali — ottenuti da shiso, pomodoro, zenzero e artemisia — venduti in una confezione regalo a circa 20 euro. Negli Emirati Arabi Uniti, Spinneys naviga le sfide del clima desertico e delle restrizioni di importazione per servire espatriati e residenti con prodotti biologici europei, frutti di mare freschi e specialità gastronomiche. Ad esempio i cetrioli libanesi costano circa 10 euro al chilo, dieci volte il prezzo medio italiano. Il succo Robinsons Mini Passion mela e ribes nero senza zuccheri aggiunti da 66 ml ha un prezzo di circa 8 euro, mentre il succo di mela e sambuco senza zuccheri aggiunti di Waitrose da 1 litro costa circa 5,94 euro. Il coraggio di coltivare: vedere crescere il proprio cibo è una questione di soddisfazione Il lusso alimentare europeo Il fenomeno tocca anche Europa e Italia, con gradazioni diverse. Eataly, che ha sedi in tutto il mondo, punta sull’eleganza e l’italianità, e in alcuni negozi flagship, come quello di Milano, c’è il ristorante stellato Michelin. Analogamente Marqt, nei Paesi Bassi, pur avendo prodotti di fascia più alta, combina responsabilità ambientale e qualità basandosi su tre pilastri fondamentali: zero sprechi, commercio equo e prodotti locali. Salendo di prezzo, a Lugano, Gabbani è una sorta di boutique enogastronomica dove un’anguria costa 14 franchi e una vaschetta da 500 grammi di cicorino raggiunge i 22,50 franchi. Sempre in Svizzera, Globus Delicatessa va oltre i prodotti ricercati organizzando visite guidate da 50 franchi a persona dove i clienti possono sbirciare dietro le quinte e degustare vino e formaggio. A Londra, alla Harrods Food Hall — che rifornisce anche la Casa Reale — il prezzo medio di un carrello con 20 articoli è di circa 417 sterline. Questo è probabilmente dovuto alla presenza di prodotti di lusso come il caviale, che costa 330 dollari al chilogrammo, e specialità al tartufo provenienti da Italia e Francia. Fortnum & Mason è particolarmente famoso per i cesti regalo elaborati e la selezione di tè pregiati, ma anche per il manzo Wagyu importato dal Giappone e i formaggi artigianali stagionati in grotte francesi. Selfridges Food Hall ha saputo adattarsi alle tendenze contemporanee con sezioni dedicate ai superfood, prodotti vegani e cucine etniche di lusso, oltre a vini rari che possono costare migliaia di sterline. L’“effetto Waitrose” mostra l’impatto di questi supermercati sul valore delle case: i quartieri che riescono ad attrarne uno vedono di frequente crescere i prezzi immobiliari, perché la loro presenza è considerata sinonimo di prestigio. In Francia, La Grande Épicerie de Paris, parte del prestigioso Le Bon Marché, propone foie gras di anatra delle migliori fattorie, vini rari e cioccolatini artigianali di maestri parigini. Similmente Fauchon, istituzione gastronomica parigina dal 1886, che vanta dolcetti al tartufo con ingredienti del Périgord e i celebri macaron, ha esportato il suo modello anche a Tokyo, New York e Dubai. In Germania, il KaDeWe di Berlino importa quotidianamente frutti di mare dalle migliori zone di pesca europee e carni stagionate secondo tradizioni secolari. L’allestimento lussuoso e la presentazione artistica dei prodotti creano un'atmosfera che trasforma lo shopping alimentare in esperienza culturale, attirando non solo berlinesi benestanti ma anche turisti che considerano la visita parte essenziale dell'esperienza berlinese. Per capire questo fenomeno globale, bisogna decifrare i meccanismi che trasformano cibo comune in oro commestibile. Dietro questi prezzi ci sono dinamiche precise. La rarità naturale di alcune prelibatezze o la complessità produttiva di certi alimenti creano scarsità, il che fa salire i prezzi. A questo si aggiunge il valore della provenienza certificata e della tracciabilità completa, mentre servizi come il parcheggio, la consulenza personalizzata e la confezione raffinata trasformano ogni acquisto in rituale speciale. L’equazione alla base è semplice: più esclusivo, più costoso, più desiderabile. Il cliente non sta semplicemente comprando cibo, ma investendo in un'esperienza che va ben oltre il prodotto stesso. [Missing Caption][Missing Credit]