“Avevo paura dell’amore, di essere portata via. / Chiunque abbia paura dell’amore ha paura della morte”. Sono versi, bellissimi, di Louise Glück. Ancora una volta il Nobel gioca uno scherzo ai grandi scrittori planetari e agli editori. E premia oggi Louise Glück, una poetessa che insegna poesia all’Università di Yale. Bravissima, una delle più talentuose poetesse americane, "per la sua inconfondibile voce poetica che, con austera bellezza, rende universale l'esistenza individuale". Glück è la prima poetessa a ricevere il premio dopo Wislawa Szymborska, una scrittrice polacca, nel 1996. E la prima poetessa americana a vincere dopo un poeta cantante come Bob Dylan nel 2016.

Con Emily Dickinson

Il premio è stato annunciato in una conferenza stampa a Stoccolma.

Chiedo aiuto a Elisa Biagini, una poetessa italiana che ha vissuto e insegnato a lungo negli Stati Uniti, in libreria ora con Filamenti, nella prestigiosa “bianca” Einaudi. Nuovi poeti americani curato da lei 2006, sempre nella bianca Einaudi, ora in ristampa, contiene una selezione di poesie di Glück da lei tradotte.  

«Come poetessa – mi dice - una delle lezioni più importanti che ho avuto leggendo negli anni le raccolte della Glück, è stata il suo confrontarsi con le ellissi della maestra Emily Dickinson, attraverso un linguaggio contemporaneo e la sua grande attenzione alla limatura del verso, all’essenzialità: nelle sue parole “amo le poesie che sembrano così piccole sulla pagina ma che poi diventano enormi nella testa”».

Viaggio interiore

Le poesie di Glück conducono i lettori in un viaggio interiore esplorando i loro sentimenti più profondi e intimi. La sua capacità di creare una poesia che molte persone possono comprendere deriva dal suo linguaggio ingannevolmente semplice e dalla sua voce poetica.

Il linguaggio di Glück è decisamente semplice, molto vicino alla dizione del discorso ordinario. Eppure la sua attenta selezione di ritmo e di ripetizioni, e la specificità delle sue frasi anche idiomaticamente vaghe, danno alle sue poesie un peso tutt'altro che colloquiale. Chi legge è coinvolto intensamente dal suo discorso poetico. In italiano, tradotti da Massimo Bagicalupo, soltanto L'iris selvatico, Giano, 2003, e Averno, Libreria Dante & Descartes, 2019.

Libri di Louise Gluck, mostrati al momento dell'annuncio della vincita del nobel (Henrik Montgomery/TT via AP)

Dolore che diventa universale

«Louise Glück - mi dice ancora Elisa Biagini - è nota per la precisione tecnica, la sensibilità e l'intuizione della sua poesia sulla solitudine, i rapporti familiari, il divorzio, la vecchiaia e la morte, come pure per le sue rielaborazioni frequenti di miti greci e romani come Persefone, Euridice e Demetra».

Come sono fatte le sue poesie, le chiedo?

«Le sue poesie sembrano nascere da un non sopportabile senso di dolore privato ma nell’aprirsi al mondo raggiungono una dimensione universale, in movimento nel tempo e nello spazio, attingendo alle sorgenti del mito, collettivo e personale, per alimentare la sua immaginazione. Questi versi liberi hanno radici in ambito confessionale, e pensiamo a Sylvia Plath o Robert Lowell, per superarlo attraverso un felice equilibrio di tono, passione e ironia: il suo è un procedere  diretto, notevolmente vicino alla lingua comune e colloquiale».

Iride selvaggia

Louise Glück è nata a New York City nel 1943 ed è cresciuta a Long Island. Ha frequentato il Sarah Lawrence College e la Columbia University. I primi libri di Glück presentano personaggi alle prese con i postumi di amori falliti, incontri familiari disastrosi e disperazione esistenziale, e il suo lavoro successivo continua a esplorare l'agonia del sé.

Sul New York Times, il critico William Logan ha descritto il suo lavoro come "il risultato logico di una certa tensione di versi confessionali affamati di aggettivi, assottigliati a un insieme nervoso di verbi, intensi e quasi passati, le sue poesie sono state oscure, danneggiate e difficili da distogliere lo sguardo".

Glück è autrice di numerosi libri di poesia, tra cui, più di recente, Notte fedele e virtuosa (2014), vincitore del National Book Award, e Poesie 1962-2012 (2012), che ha vinto il Los Angeles Times Book Prize. Con L'iride selvaggia ha vinto il premio Pulitzer nel 1993.

L'annuncio (Henrik Montgomery/TT via AP)

L’annuncio

All'annuncio del Nobel, Anders Olsson, presidente del comitato di premiazione, ha elogiato la sua voce minimalista e soprattutto le poesie che arrivano al cuore della vita familiare.

«La voce di Louise Glück è inconfondibile», ha detto. «È candida e senza compromessi, e segnala che questa poetessa vuole essere compresa». Ma ha anche detto che la sua voce è anche «piena di umorismo e di spirito pungente».

Terrà la sua conferenza Nobel negli Stati Uniti a causa delle restrizioni di viaggio del coronavirus, ha detto Mats Malm, il segretario permanente dell'Accademia di Svezia, che assegna il premio.

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