A dire la verità quando mio padre mi ha detto che potevo diventare anche io cittadina lituana (a lui hanno dato il passaporto nel 2022) non ero sicura fosse una buona idea. La consegna di questo passaporto diventa per me una possibilità di indagine sulla mia Identità. Su cosa significa, se ha (ancora) a che fare con un luogo, uno spazio, uno stato, o se invece è più complessa e volatile. O se le due dimensioni convivono necessariamente
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Finzioni, disponibile sulla app di Domani e in edicola
In uno dei giorni più caldi di questo 2024, in piena apocalisse romana – temperature da allucinazione e città al collasso, bloccata da cantieri che promettono un futuro migliore ma tutto da conquistare – sono andata all’ambasciata Lituana: un grande appartamento in un palazzo ottocentesco che affaccia sul fiume, spoglio e accogliente. Noto subito che c’è un citofono, è la prima volta che vedo un citofono invece di portiere e polizia e perquisizioni all’ingresso di un’ambasciata; sembra casa di q



