- In uno dei libri più belli che siano mai stati scritti su Milano e intitolato All’ombra di mio padre, Alberto Vigevani rivela al lettore una singolare forma di magia: quella degli oggetti.
- Le pagine di Vigevani odorano, come la sua bottega a tutt’oggi, di un passato che non è polverosa patina, ma è un profumo di vita piena e quasi sempre struggente. E spesso, questi oggetti sono legati a un dolore. Non sempre piccolo.
- Su questo principio è costruito il racconto ormai introvabile che Sellerio ripubblica in questi giorni, intitolato La breve passeggiata. Come altri romanzi di Vigevani è largamente autobiografico.
In uno dei libri più belli che siano mai stati scritti su Milano e intitolato All’ombra di mio padre, Alberto Vigevani rivela al lettore una singolare forma di magia: quella degli oggetti. Specialmente se sono inutili; più sono inutili più sono magici. Scriveva: «Erano vasi per fiori di forma inusitata e malcelato equilibrio; paralumi che celavano lampadine la cui luce rimaneva pressoché invisibile, o troppo schermata; pendole dal tocco soffocato, tenute a bada da coppie di alabardieri o di leo



