Cara Giulia,

la mia migliore amica continua a sabotare la mia vita sentimentale. Ci vogliamo benissimo da anni e facciamo tutto insieme, ma da un po’ di tempo, quando usciamo insieme, ha preso la cattiva abitudine di farmi cockblocking. Andiamo fuori a bere qualcosa e se veniamo avvicinate da due ragazzi e uno ci prova con me mi sembra che lei faccia del suo meglio per sedurlo al mio posto. Si mette a flirtare in un modo eccessivo che non è da lei come se cercasse di arrivare prima a una gara e ovviamente io sparisco nel nulla.

Ma la cosa strana è che non c’è mai stata questa competizione fra noi e non capisco da cosa nasca questo modo di fare, così all’improvviso. Morale della favola io in queste occasioni mi inacidisco e divento antipatica e lei fa la figura di quella simpatica ed estroversa, che piace a tutti. Sto cominciando a scocciarmi di questa situazione, a te sembra normale?

A.

Cara A.,

intanto grazie per avermi dato la possibilità di spiegare il termine “cockblocking” a mia nonna, che mi legge tutte le domeniche e per questa sua abnegazione si merita di essere inclusa nel discorso: cara nonna, stiamo parlando di una pratica che potremmo tradurre letteralmente con “blocco del pene”, per essere fini. Fare cockblocking significa impedire a qualcun altro di rimorchiare e ben si applica effettivamente alla tua situazione, cara A.

Hai tutto il diritto di essere scocciata e temo sia arrivato il momento di litigare. Ma lascia che ti dica una cosa: la competizione che tu sostieni essere una sgradevole e sorprendente novità, c’è sempre stata, solo che non lo sapevi. Sarei pronta a scommettere che la tua amica, con tutto il bene che ti vuole e a livello più o meno consapevole, è da anni che spera di vederti fallire in qualcosa. Non è bello, ma tra ragazze capita, e con questo non voglio dire che lo faccia con cattiveria o con la volontà di punirti, ma forse ha covato qualche complesso di inferiorità nel corso della vostra amicizia e adesso lo sfoga così. Puoi farle notare che non gradisci, provare a buttarla sul ridere se non hai voglia di litigare davvero (nessuno ti capisce meglio di me) e magari uscire a cuccare con qualcun altro.

Giulia

Cara Giulia,

sono stata 4 anni con un uomo che sembrava perfetto e si è rivelato un narcisista della peggiore razza. Alla fine della nostra relazione, dopo avermi fatto star male per mesi, mi ha lasciato con un messaggio con motivazioni incomprensibili. Neanche la decenza di farlo non dico di persona, ma almeno per telefono. Sono stata da cani per un sacco di tempo e quando mi stavo riprendendo è tornato a chiedermi scusa. Io ci sono cascata perché ero ancora innamorata e di nuovo, poco dopo, mi ha mollata come un sacco di spazzatura.

Ora è tornato di nuovo per la terza volta e dice che ha capito che senza di me sta male e non ce la fa a vivere così. Io lo so che è tutta una manipolazione, ma ogni volta che parliamo sento ancora quella stretta allo stomaco e mi mancano i bei momenti con lui. Nella mia testa c’è ancora una briciola di convinzione che potremmo essere di nuovo felici insieme, anche se non mi ha dato nessun motivo per pensare questa cosa e le ferite che mi ha procurato sono ancora aperte e bruciano come la prima volta. Ma allora perché non riesco a lasciarlo andare? Perché c’è una vocina che mi dice di dargli un’ultima possibilità?

P.

Cara P.,

Ci sono fossili di trilobiti più recenti della dinamica che hai appena raccontato, e se sei venuta da me a chiedere il permesso di rovinare un altro periodo indeterminato della tua giovane vita (do per scontato che tu sia giovane, per l’adorabile buona fede che riponi nell’umanità) mi dispiace deluderti, ma non lo avrai. Io non lo so se questo è un narcisista o più banalmente uno stronzo qualsiasi, quello che però so è che non caverai un ragno dal buco nemmeno alla terza, quarta, centesima chance che gli darai. Quel ricordo di felicità che torna a farti visita e annebbia la tua capacità di giudizio, altro non è che una proiezione falsata di quattro giorni buoni che avete avuto a un certo punto della vostra storia, in concomitanza di qualche misterioso allineamento astrale, e che nella rappresentazione seppiata della memoria diventano limpidi e preponderanti, quando in realtà sono solo una minuscola percentuale di quello che è stato.

La verità però è che ti ritroveresti punto e a capo, in un giorno della marmotta in cui la marmotta è un tizio che dovrebbe andare in analisi, invece di bruciare le tue energie. Per citare una delle mie intellettuali di riferimento, Stephanie Glitter: amica, tu hai tempo? Perché io non ho tempo.

È più facile a dirsi che a farsi, lo so, ma devi munirti di tutta la forza di volontà che riesci a racimolare, circondarti di amiche (che sono certa ti diranno la stessa cosa) e rispondere a quella vocina di farsi i cazzi suoi.

Giulia

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