Cara Giulia,
durante la pandemia la mia migliore amica è stata lasciata dal fidanzato, perdendo di conseguenza anche la casa in cui abitavano insieme, che apparteneva a lui. All’epoca io vivevo da solo e la invitai a stare da me per un po’ di tempo. Ci conosciamo da una vita e ci è sembrata una buona idea condividere l’appartamento, soprattutto in un momento in cui la solitudine rischiava di buttarci troppo giù. All’inizio è stato bello, ci sentivamo di nuovo due adolescenti, a far tardi la sera mangiando schifezze e guardando film che piacciono solo a noi, a ridere fino a notte fonda, a scambiarci i vestiti come fratello e sorella. Ma non siamo più due ragazzini, andiamo per i 40, e dopo più di un anno io comincio ad avere bisogno di riappropriarmi dei miei spazi.

Lei invece sembra ancora contenta della nostra convivenza, che doveva essere provvisoria e invece non accenna a giungere al termine. Io nel frattempo mi sono anche fidanzato e non è facile spiegare al mio compagno perché non abbiamo mai un momento di privacy a casa. Vorrei che la mia amica cercasse una sistemazione per sé, ma non so come dirglielo senza ferirla. È chiaro che lei con me sta bene e non sente il bisogno di andarsene.
S.


Caro S.,
hai ovviamente ragione tu, il modello Will&Grace funziona solo per brevi lassi di tempo e solo in televisione, dove comunque pure Will e Grace a una certa non si sopportavano più e sacrificavano relazioni amorose in funzione della loro amicizia codipendente. Se il doversi cercare una casa sua non la mette in grave difficoltà (ha un lavoro? Può permettersi di pagare un affitto e contemporaneamente mangiare sia a pranzo sia a cena? O rischi di avere sulla coscienza un’amica sfollata?) puoi affrontare la conversazione con tutta la sensibilità di cui sei capace spiegandoti esattamente come hai fatto con me. Non c’è niente di male nel reclamare il proprio spazio vitale e nel cercare la giusta intimità in una relazione appena nata. Se pensi che possa rimanerci troppo male prova a mandare messaggi subliminali regalandole una copia di Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, chissà che la mossa passivo-aggressiva non sblocchi la situazione più facilmente.

Fra l’altro se non vi parlate non saprai mai se lei sta davvero bene così o se sta ragionando nel tuo stesso modo. Magari ha paura di lasciarti solo e sta aspettando soltanto un invito formale a levarsi dalle palle.
Giulia

Cara Giulia,
Ho 36 anni, sono una madre single di un adorabile bambino di due anni e qualche mese fa ho deciso di ributtarmi nella vita da single e scaricare Tinder per conoscere persone nuove. All’inizio mi sentivo una pessima madre e giuravo a me stessa che l’avrei cancellato presto dal mio telefono. Non davo nessuna fiducia a questo tipo di incontro, ma ero sola da molto tempo e pensavo di meritarmi qualche piccola avventura. Mi sono ricreduta presto sulla validità di questo metodo: il primo ragazzo che ho conosciuto è stato un amore a prima vista (o quasi). Usciamo da qualche mese, abbiamo un'intesa straordinaria, ma non abbiamo ancora “consumato”.

La verità è che non mi sono mai sentita insicura del mio corpo come in questo periodo. La gravidanza purtroppo mi ha cambiata molto: ho orribili smagliature sulla pancia, una brutta cicatrice da cesareo e il seno cadente. La mia sicurezza prima del parto è completamente scomparsa. Desidero quest’uomo meraviglioso anche fisicamente, ma ho paura di fargli schifo. Lui è più giovane di me, è bello e privo di difetti. Come la supero?
L.


Cara L.,

la tua lettera mi conferma quello che sospetto da tempo: la body positivity è una buona strategia di marketing per vendere deodoranti e creme (un culo di dimensioni importanti necessita di essere idratato quanto uno piccolo, ma con maggiori quantità di prodotto), ma fatica ad attecchire nei nostri cervelli. Hai voglia a dire che tutti i corpi sono belli e Lizzo e la Venere di Willendorf e la rava e la fava. Fare i conti con il proprio aspetto è qualcosa che, soprattutto a noi donne, riesce ancora difficile. Quindi ti risparmio il pippone consolatorio e ispirazionale. Il tuo corpo è cambiato e hai tutto il diritto di sentirti a disagio. Avrai bisogno di un po’ di tempo per prendere confidenza con la tua nuova forma e se tutto va bene, conciliando il pensiero magico all’azione correttiva che intraprenderai nella misura in cui ti andrà, imparerai ad accettarlo.

Nel frattempo, per quanto riguarda il preciso frangente in cui ti trovi, vorrei sottoporre alla tua attenzione alcune scomode verità che potrebbero alleviare in parte la tua pena. Prima di tutto ricordati che agli uomini piacciono le donne nude. Una tetta scesa è sempre una tetta, un sedere poco tonico è sempre un sedere. In larghissima parte non sono questi grandi intenditori che noi crediamo: molti non hanno idea di che aspetto abbia la cellulite e non sanno cosa sia una smagliatura, semplicemente perché quando sono alle prese con una donna nuda vedono solo questo, una donna nuda. Non hanno spirito di osservazione, non si soffermano sui dettagli. Non si accorgerebbero neanche se avessi le pinne al posto dei piedi, figurati cosa gliene frega del cesareo.

E qui veniamo al secondo punto: nessuno è ossessionato dal tuo corpo quanto lo sei tu. Tutto ciò che a te sembra repellente è filtrato dalla lente ipercritica dei tuoi occhi: sottrai un buon 70 per cento di orrore alla tua percezione di te stessa.

Infine tieni a mente che il sesso è per tutti, non lo fanno solo le modelle di Victoria’s Secret. Se c’è la voglia c’è tutto quello che serve. Indossa qualcosa che ti faccia sentire bene e buttati, non hai niente da temere.

Giulia

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