Il nome d’arte, Lea, conteneva tutta la gravità e la severità fragile che seppe esprimere splendidamente al cinema anche con uno solo intenso sguardo. Lea Massari, nata Anna Maria Massatani, legò così tutta la sua carriera e la sua vita a quel nome, Lea che prendeva origine da Leo, il nome dell’amato compagno che lei ha sempre ricordato come il più grande amore della sua vita, morto tragicamente otto giorni prima del matrimonio, quando lei, ventunenne doveva ancora esordire al cinema in Proibito di Mario Monicelli.

Il film tratto da La madre di Grazia Deledda era ambientato in quella Sardegna dove Lea Massari andò a vivere in maniera stabile una volta ritiratasi dalle scene, quasi a chiudere un cerchio dentro cui prese forma una delle più straordinarie e originali carriere cinematografiche del secolo scorso.

Lea Massari è stata la prima grande attrice internazionale del cinema italiano senza divenire una diva e senza accettarne i compromessi. È stata infatti la prima a discostarsi fortemente dall’immaginario classico della maggiorata e a imporre, a partire dal proprio sguardo prima ancora che dall’esibizione del proprio corpo, un’idea di femminilità non ovvia e non folcloristica.

Un’attrice contesa

Romana, cresciuta in un ambiente borghese, Lea Massari è morta a 91 anni. Si trovò fin da piccola a vivere tra l’Italia e la Spagna, la Francia e la Svizzera. Questo miscuglio d’esperienze, insieme agli studi di architettura e scenografia rivelarono una duttilità e un’originalità inediti per il cinema dell’epoca.

Divenne da subito un’attrice contesa non solo dai più grandi autori italiani, da Michelangelo Antonioni a Dino Risi, da Mauro Bolognini a Nanni Loy, ma anche fuori dall’Italia. Divenne pure protagonista d’importanti regie in un tempo in cui erano diffuse e avvallate le coproduzioni internazionali.

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In particolare in Francia fu scelta da Alain Cavalier per Il ribelle di Algeri dove recitò per la prima volta al fianco di Alain Delon che ritroverà nel capolavoro di Valerio Zurlini, La prima notte di quiete, ma lavorò anche tra gli altri con Claude Sautet, René Clement, Louis Malle e Michelle Deville.

La Francia

È stata quasi più famosa in Francia che in Italia, un po’ come avvenne per Romy Schneider che divenne, lei austriaca, un’attrice francese. Nella pellicola Les choses de la vie di Claude Sautet, Lea Massari si confronta proprio con Romy Schneider. Massari ex moglie e Schneider attuale compagna di un Michel Piccoli, quarantenne borghese in crisi.

Un confronto a distanza tra le due attrici che non compaiono però mai nella medesima sequenza. Tra loro infatti Michel Piccoli vive tra continue indecisioni il proprio presente, rimpiangendo il passato, ma non riuscendo a immaginare pienamente il proprio futuro.

Protagoniste assolute di un film in cui il maschio soccombe accettando impotente il proprio destino, mentre entrambe vivono pienamente e dolorosamente i loro sentimenti, accettandone invece tutti i rischi.

I ruoli complessi

Mai subalterna alla figura maschile e capace di interpretare ruoli scomodi per una cinematografia che ancora pretendeva l’angelo del focolare o la rovina famiglie, Lea Massari resta indimenticabile sia nel ruolo di Monica, la compagna tradita di Dominici (Alain Delon) in La prima notte di quiete, che per amore e disperazione è pronta a ricattare il compagno con la propria stessa vita, e ancor più nel ruolo della madre incestuosa in Soffio al cuore che in Italia venne ritirato e poi censurato.

Non lavorò con Federico Fellini pur essendo stata inizialmente scelta per 8 1/2, il suo ruolo verrà assegnato ad Anouk Aimée, ma ebbe la curiosità di girare con Chantal Akerman, tra le più grandi e innovative registe contemporanee. Insieme ad Adriana Asti e a Carla Gravina, Lea Massari ha imposto un’idea di donna più complessa, ricca di contraddizioni e soprattutto protagonista senza ridursi sempre e solo ai soliti ruoli banalizzanti.

Quella di Lea Massari è stata una presenza appartata, ma estremamente incisiva che ha portato sugli schermi una nuova e profonda sensibilità. 

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