Non solo Babbo Natale, chi altro porta i doni ai bambini nelle Feste?

Cibo è il nostro inserto mensile che racconta il mondo attraverso ciò che mangiamo. Esce l’ultimo sabato di ogni mese sulla app di Domani e in edicola. In ogni numero svisceriamo un tema diverso con articoli, approfondimenti e commenti: il tema del numero di questo mese è il fantasma del natale presente. Qui troverete man mano tutti gli altri articoli di questo numero. In questa pagina, invece, tutti gli altri articoli di Cibo, che è anche una newsletter gratuita. Ci si iscrive a questo link. Il Natale e l’arrivo del nuovo anno sono festività piene di magia, luci e, soprattutto, cibo delizioso spesso donato. Ma non ovunque è Babbo Natale a portare i doni, e soprattutto, non sempre i doni arrivano il 25 dicembre. Ci sono varie tradizioni anche solo in alcune piccole zone di alcuni paesi lontani tra loro, spesso stranissime e super divertenti. È il caso di alcune zone alpine del Nord Italia, Austria e Baviera (una regione in Germania), dove la notte di San Nicola, quella tra il 5 e il 6 dicembre, sfilano dei paurosi demoni pelosi: i Krampus. Il Christmas pudding tra sfruttamento e solidarietà Il Natale sulle regioni alpine Sono creature demoniache, pelose, con corna lunghe, catene e campanacci. Le loro origini sono molto antiche, legate probabilmente a figure pagane alpine che rappresentavano l’inverno. Mentre San Nicola – a cui è ispirata la figura di Babbo Natale – premia i bambini con dolci e piccoli doni, il Krampus ha il compito di spaventarli con le sue catene. Oggi è una delle principali attrazioni dei mercatini di Natale delle regioni alpine, con le sfilate in maschera dove i giovani si travestono e inseguono la folla. Un’altra tradizione che l’Italia condivide con altri paesi, in questo caso con la Svezia, è la figura che inizia a portare i regali già a metà dicembre: Santa Lucia. Parlare di piccole cose con Nigel Slater: «Cucinare è condivisione, le mie ricette non sono segrete» Tra Italia e Svezia Nella notte tra 12 e 13 dicembre i bambini di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto attendono la figura di questa vecchina cieca guidata dal suo asinello con le gerle cariche di doni e preparano sulla porta di casa carote e paglia per l’animale e vino bianco con biscotti per lei, che in cambio lascia doni e dolciumi. In Svezia i festeggiamenti si svolgono fin dall’alba del 13: la ragazza più grande della famiglia (o della scuola) si veste con una lunga tunica bianca, una fascia rossa in vita e, il dettaglio più spettacolare, una corona di candele accese sul capo. Guida una processione all’alba, portando luce e speranza nell’oscurità invernale. Decine di bambini della scuola o del paese la seguono, con una veste bianca, una candela in mano e una ghirlanda di lucine. La festa è una vera e propria celebrazione di luci e lucine: si preparano e mangiano i lussekatte, dei dolci allo zafferano e uvetta fatti di pan brioche, che vengono distribuiti durante il corteo. Immancabili anche i biscotti allo zenzero, i pepparkakor. Tra gli scaffali: il senso della grande distribuzione organizzata per il cenone delle feste I regali portati da un tronco In Catalogna (una regione della Spagna) arrivano dolci e caramelle portati da un tronco di legno super simpatico: il Tió de Nadal. È un ceppo di legno che viene “adottato” il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre. Essendo un vero e proprio membro della famiglia per il periodo natalizio, non lo si tiene in soffitta e cantina con le decorazioni, ma è lui che arriva bussando alla porta o va addirittura cercato nei boschi. I bambini gli disegnano una faccia sorridente, gli mettono due zampette, un cappello rosso catalano (barretina), un mantello o copertina rossa e come ogni zio che si rispetti ed è un ospite, viene nutrito ogni sera, fino alla Vigilia, con bucce di arance o frutta secca. La notte della Vigilia di Natale (o il giorno di Natale), il Tió viene messo davanti al camino e i bambini lo percuotono – non sempre delicatamente – con dei bastoni, cantando una filastrocca che lo invita a “fare la cacca” di regali. Il Tió defeca sotto la coperta rossa dolcetti, caramelle, torroni e piccoli regali. La logistica nelle feste: chi lavora anche a Natale, rendendo possibili le celebrazioni altrui Regali a cavallo Nel resto della Spagna i regali vengono portati il 6 gennaio dai Re Magi. Arrivano a cavallo o su carri sontuosi il pomeriggio del 5 gennaio e sfilano per le strade cittadine (Cabalgata) lanciando caramelle a pioggia sulla folla. I bambini lasciano acqua per i cammelli (rappresentati dai cavalli) e dolci per i Re, un po’ come in Italia per santa Lucia, sperando di trovare doni la mattina dopo. Le cabalgatas sono praticamente in tutte le città e una delle più famose è quella ad Alcoy, vicino a Valencia. Il giorno dopo la sfilata, quindi il 6 gennaio, oltre all’apertura dei regali, si mangia il Roscón de Reyes, una ciambella dolce e soffice, decorata con frutta candita, che simboleggia le corone dei Re Magi. All’interno si nascondono due sorprese: una figurina di un Re Mago simbolo di fortuna e una fava secca, simbolo di sfortuna: chi la trova deve pagare il roscón per tutti! Mentre il 6 gennaio per chi segue la tradizione cattolica è la festa dell’Epifania, per la tradizione ortodossa il 7 gennaio coincide con il giorno in cui si celebra il Natale. Qui la tradizione vuole che i doni vengano portati da nonno Freddo, Ded Moroz, accompagnato da sua nipote Sneguročka: portano giocattoli, ma anche dolci tradizionali come torte e il Pryaniki, un delizioso pan di zenzero speziato, spesso decorato in modo elaborato. Natale tra tavole reali e inventate: quando il cenone serve al plot Regali “col botto” Nel Regno Unito, il pranzo di Natale ha un ospite rumoroso e inaspettato: il Christmas Cracker. Non è un biscotto, ma un tubo di cartone colorato a forma di involucro di caramella che viene tirato da due persone alle estremità e scoppia! Al suo interno si trovano una coroncina di carta, un piccolo regalino e una barzelletta sciocca, anche se in origine si trattava di un bonbon alle mandorle. La sua trasformazione in regalo sorpresa avvenne proprio grazie ad un personaggio in particolare, Guy Fawkes, celebrato il 5 novembre (la bonfire night, cioè la notte dei falò) dove fantocci e spaventapasseri che lo ritraggono vengono bruciati per tutto il paese. Quando l’inventore dei cracker, Thomas Smith, migliorò il suo pacchettino regalo di bonbon con un “botto” nel 1860, si ispirò proprio i Waterloo Crackers, piccoli petardi venduti proprio il 5 novembre per i festeggiamenti di Guy Fawkes: Smith inserì questo “botto” nei suoi dolciumi natalizi e creò una nuova tradizione natalizia. La rubrica Assaggini è destinata ai ragazzi dagli otto anni in su e alle loro curiosità sul mondo alimentare [Missing Caption][Missing Credit]