il simbolo più misterioso

Nella mirra portata dai Magi si incontrano amore e morte

 

  • L’epifania non è uno stato di cose, è un evento. L’etimo (greco: epi-faino) segnala la ripetizione di una manifestazione. La manifestazione si ripete non in modo identico – sarebbe semplice compulsione – ma in un modo ogni volta diverso.
  • Il Vangelo di Matteo parla di tre doni: oro, incenso, mirra. Quest’ultima sarebbe stata offerta proprio dal “Black magus”. L’oro sarebbe il simbolo della regalità, l’incenso di divinità, la mirra di morte.
  • Nella narrazione dell’Epifania i simboli, in particolare quelli meno frequentati manifestano oscillazioni imprevedibili. Sono appunto contenitori di narrazioni non concordi, non stereotipate, non riducibili a formule. 

A differenza dell’albero di Natale, che è un’icona, il presepe è un’opera d’arte narrativa e “performativa”. Non a caso nasce per opera di Francesco d’Assisi come presepe vivente, con persone vere che lo mettono in scena. La sua qualità mobile, cangiante, narrativa prima che iconica, si riflette anche nei gesti di chi oggi “fa” il Presepe: il bambino si mette nella mangiatoia il 25 dicembre, il fiumiciattolo deve esserci, deve scorrere davvero, con acqua vera (a San Gregorio armeno come su Amaz

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