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La cravatta omaggia e oltraggia le convenzioni dell’abbigliamento maschile

Illustrazione Pixabay
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  • Ho cominciato a indossare quotidianamente una cravatta (tipo divisa, tipo costume) all’università, imitando i professori boomer che, col loro assortimento di cravatte, abitavano comodamente una maschilità adulta, autorevole, spiccia.
  • Le cravatte professorali, come il vino, sono migliori se vintage. Se non le si eredita, bisogna insomma comprarle usate. Dalle collezioni nei thrift shop si intuiscono intere biografie. 
  • La giusta cravatta, in un outfit altrimenti normalissimo, è come un acrostico osceno in una poesia religiosa, una finestra sull’anima. È un circoscritto carnevale permanente, un’interruzione regolare delle regole. Clicca qui per iscriverti gratuitamente alla newsletter e segui tutti i contenuti di Cose da maschi.

Ho cominciato a indossare quotidianamente una cravatta (tipo divisa, tipo costume) all’università. Come chiunque abbia studiato alla Sapienza di Roma (un luogo letteralmente titanico, disegnato per farti sentire rasoterra qualunque sia la tua statura) ho dimenticato il mio numero di cellulare di allora ma ricordo ancora a memoria quello di matricola, senza cui non esistevo. Conservo gelosamente i cedolini degli esami (quelli di carta, sì, giacché meno di dieci anni fa ancora si adoperavano, e

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