Parlare di piccole cose con Nigel Slater: «Cucinare è condivisione, le mie ricette non sono segrete»

Cibo è il nostro inserto mensile che racconta il mondo attraverso ciò che mangiamo. Esce l’ultimo sabato di ogni mese sulla app di Domani e in edicola. In ogni numero svisceriamo un tema diverso con articoli, approfondimenti e commenti: il tema del numero di questo mese è il fantasma del natale presente. Qui troverete man mano tutti gli altri articoli di questo numero. In questa pagina , invece, tutti gli altri articoli di Cibo, che è anche una newsletter gratuita. Ci si scrive a questo link. Negli ultimi quarant’anni Nigel Slater ha raccontato ai lettori la sua cucina casalinga come si fa con un diario intimo. Nella rubrica sull’Observer, nei programmi della BBC e nella sua enorme produzione letteraria, Slater ha sempre parlato in maniera mite e accogliente anche quando l’home cooking non era sotto i riflettori. Quasi naturalmente, col tempo, le sue ricette si sono evolute in pratiche di gioia che, prima della pesatura degli ingredienti, invitano l’occhio a concentrarsi sui piccoli gusti quotidiani, sia preparare una valigia prima di rientrare o le passeggiate nel giardino sotto casa, come riporta nel suo ultimo libro Le mille feste : «Non ho una memoria molto buona ma annoto tutto», confessa Slater. «Ho una stanza piena di quaderni che mi dico sempre di dover riordinare o buttare via. Poi, un giorno, mi sono messo a rileggerli ed erano pieni di cose che avevo dimenticato, di momenti così piccoli che sarebbero passati inosservati o si sarebbero dissolti se non li avessi scritti. Mille feste nasce con questa idea. È facile non notare cosa ci accade, ma sono convinto che in questi momenti si possa trovare una certa felicità. Vanno solamente colti e, quello che avrebbe potuto scomparire, rimane invece per sempre». Le feste nelle Rsa: il panettone non basta, ma senz'altro aiuta Un albero di ricordi Quando ci sentiamo per telefono, Natale sembra ancora lontano ma i preparativi, dall’altra parte della Manica, sono già iniziati: «Lunedì mattina andrò con il mio giardiniere a scegliere l’albero di Natale e, martedì, passerò tutto il giorno a mettere le decorazioni», mi dice entusiasta. «È il momento più bello perché è come tornare bambino. È un giorno che aspetto con ansia tutto l’anno». All’inverno Slater ha dedicato The Christmas Chronicles nel 2017, in cui racconta il suo legame con il Natale attraverso le tradizioni e il suo passato. Lo fa con una consapevolezza diversa rispetto all’infanzia raccontata in Toast , il memoir uscito nel 2003, ma con la stessa idea di cucina-rifugio in cui possono accadere cose buone. È il segno del tempo e del guardare le cose in maniera differente, di cercare conforto anche dove prima non ce n’era: «È il periodo dell’anno che preferisco ma non è stato sempre così. Per vent’anni ho finto che non esistesse», mi spiega. «Mia madre è venuta a mancare quando avevo nove anni, la settimana prima di Natale, per questo avevo smesso di festeggiare. Non volevo ricevere o fare regali. Mi sono reso conto, poi, che lei non avrebbe voluto così ma che continuassi a godermelo come quando era in vita. La nostalgia gioca un ruolo enorme nella mia felicità personale, perché spesso cerco di ricreare un tempo che ho perso. Ma non voglio fare affidamento solo su questo sentimento per trovare gioia. Attraverso il cibo posso ricordare e, quando preparo il Christmas Pudding o altri piatti e ne sento l’odore, è il profumo di lei e di quegli anni che sto ricreando, sto letteralmente assaporando quei momenti». Il Natale in carcere fa soffrire e consola: tra cibo, condivisione e momenti malinconici Il miglior condimento Come accade nella sua scrittura, anche mentre parliamo, la nostalgia, pur viva, non prende mai il sopravvento. Riempie l’atmosfera, come uno fra i gusti che, per Slater, creano il reale miglior condimento di un piatto. Può avere a che fare con una spezia, o un ingrediente, ma va cercato tutto attorno, negli odori e tra le consistenze in grado di riattivare i ricordi con una precisione millimetrica: «Quando ero alle prese con Toast , ho comprato o preparato tutto il cibo su cui stavo scrivendo. Pensavo sarebbe stato il sapore a risvegliare i ricordi, ma sono stati i profumi, i suoni delle carte, il luogo in cui ero a farlo. Se non ci si sente a proprio agio, se non ci si trova in un posto confortevole, non si può mai apprezzare veramente il cibo. Ecco perché il cibo natalizio funziona così bene a Natale. Quando provi a preparare uno di questi piatti in qualsiasi altro periodo dell’anno non hanno lo stesso effetto. Devi avere molte persone intorno. Devi avere tutti i suoni, tutti gli odori. Devi avere quella particolare essenza, quello spirito, perché il cibo abbia il sapore giusto e ti dia quel senso di calore che, altrimenti, mancherebbe». Natale tra tavole reali e inventate: quando il cenone serve al plot La cucina è condivisione C’è qualcosa di rassicurante nel sapere che queste ricette, o le pagine dei suoi diari, ogni settimana compariranno puntuali sull’Observer. È quel piacere di leggere che le piante stanno bene e il viaggio in Norvegia è stato positivo, che quella ricetta per i biscotti sarebbe proprio giusta ora, mentre fuori piove. Chiedo, allora, a Slater il valore che ha per lui condividere questi tratti della sua vita, ma la sua risposta un po’ già la immagino. È accogliente, e la sua voce è serena, abbatte certe pareti, ancora una volta: «Per molto tempo i cuochi hanno tenuto segrete le ricette, alcuni lo fanno ancora oggi. Non mi ci sono mai trovato, perché cucinare per me è sempre stato un modo per condividere qualcosa. Se penso al cibo delle feste, quasi tutto ruota attorno alla condivisione. Se penso alle torte che si preparano le vedo sempre più grandi di qualsiasi altra torta che si fa durante tutto l’anno. È il motivo per cui cuciamo», conclude Slater. «Preparare qualcosa da mangiare per qualcun altro è speciale. È qualcosa che dice: l’ho fatto con le mie mani per te, perché tengo a te e alla tua felicità. Riuscire a rendere le persone felici con le mie parole o, attraverso le mie ricette, aiutarle a preparare qualcosa da mangiare per qualcuno che amano, è la cosa più importante che mi possa capitare». [Missing Caption][Missing Credit]