Cara Giulia,
ho 37 anni e mi sono sempre piaciute le donne. Poi qualche settimana fa ho avuto un incontro inaspettato con un nuovo collega che lì per lì ho trovato solo molto simpatico e fisicamente attraente in modo oggettivo (non ho pensato che mi piacesse, ma che fosse un bell’uomo in generale). La notte stessa ho fatto un sogno in cui eravamo amanti. Mi sono svegliato turbato. Non mi era mai successo di immaginarmi con un altro uomo e mi sembra strano che mi succeda tutto d’un tratto e a questa età. Non so con chi parlarne perché anche se non dovrei – non penso davvero ci sia niente di male nell’omosessualità – mi sento molto in imbarazzo. Soprattutto con il collega, con cui non so più come comportarmi. Non riesco neanche a capire se “dal vivo” mi suscita qualcosa o se sono solo agitato in sua presenza, come se potesse leggermi nel pensiero e rivedere il mio sogno. Non ho idea del suo orientamento sessuale e ho paura che scoprirlo, in un modo o nell’altro, mi turberebbe ancora di più. Come mi devo comportare? È troppo tardi alla mia età per indagare nuovi aspetti della propria sessualità?
F.


Caro F.,
non credo sia mai troppo tardi per scoprire qualsiasi cosa di sé. Porsi delle domande sulla propria identità è l’unico modo per non rimanere sempre uguali a se stessi fino a non sopportarsi più. E poi non saresti così sconvolto se non sapessi già da solo, senza la mia ininfluente valutazione, che forse sei davanti a qualcosa che merita di essere esplorato. Non vedo nessuna buona ragione per negarti questa possibilità.

Freud e i roditori della Disney dicono che il motore dei nostri sogni sono i desideri, e forse di questo puoi parlare con uno bravo. Non necessariamente però i sogni sono trasposizioni letterali della realtà, a meno che tu come me non abbia il subconscio di un Pax dell’Ikea. Si può sognare di fare sesso con un cartone animato, con un animale, con Margaret Thatcher o con i propri genitori e non essere attratti da questi soggetti nella vita cosciente. Non farti travolgere troppo dall’Es e cerca di capire se il rapporto con il tuo collega, da lucido, può darti qualche indizio un po’ più concreto su quello che provi. Magari avevi solo mangiato pesante prima di coricarti.
Giulia

Cara Giulia,
Ho bisogno di aiuto per rompere con un'amica che per comodità chiamerò Chiara, anche se non è il suo nome. Io e Chiara siamo amiche da quando eravamo bambine e ora che siamo all’università, da circa un anno abbiamo deciso di andare a vivere insieme, una cosa che ci ripetevamo sempre di voler fare fin da piccole. Quello che era un sogno d’infanzia però si è trasformato in un incubo. Non siamo andate d’accordo nella convivenza, discutevamo per ogni cosa e a me danno fastidio tantissime sue abitudini (a lei le mie, immagino, visto l’atteggiamento passivo-aggressivo che ha preso nei miei confronti da qualche mese a questa parte). Fra un paio di mesi scadrà il nostro contratto d’affitto e credo che ormai non ci sia modo di salvare questa amicizia rovinata, né onestamente ho voglia di salvarla. Sento il bisogno di allontanarmi da lei.

Chiara mi è sempre stata vicina quando ho avuto problemi e per tanto tempo è stata come una sorella, ma questo periodo nella stessa casa mi ha rivelato aspetti della sua personalità che non mi piacciono e sento che la mia vita sarebbe più tranquilla senza questa amicizia. Non so se lei la veda allo stesso modo, magari anche per lei il nostro rapporto è arrivato alla fine, ma ho l’impressione che sia più determinata a lasciar correre e far finta che vada tutto bene, nonostante ormai non ci parliamo praticamente più. Come si lascia un’amica?
M.


Cara M.,
purtroppo non finiscono solo gli amori, a volte anche le amicizie hanno una data di scadenza, soprattutto quelle nate in età infantile (cioè quando si ha la comprensione del mondo di una scimmia appena nata e le amicizie prendono forma su un rigido principio di prossimità fisica delle rispettive abitazioni e su quanto le rispettive madri sono in grado di sopportarsi). Le persone crescono, cambiano, la passione condivisa per le Polly Pocket diventa una scusa sempre più esile per volersi bene davvero. È molto triste, ma succede.

Nel vostro caso però mi sembra che lo stravolgimento del rapporto sia stato molto repentino ed esclusivamente legato a una contingenza precisa e non irreversibile. Ci sta che a 20 anni la prossimità fisica che una volta faceva da collante diventi una condanna, ma è anche molto facile tornare indietro.

Fossi in te aspetterei a troncare il rapporto in modo netto. Cambiate casa (o meglio: case, unità abitative distinte e se possibile in due cap diversi), diluite un po’ la frequentazione. Può darsi che recuperando ciascuna il proprio spazio i problemi che adesso ti sembrano insormontabili come una montagna di piatti sporchi abbandonati nel secchiaio si trasformino in un ricordo sgradevole ma lontano, che non ha più un impatto reale sulla qualità delle tue giornate.

Se invece ritieni che la presenza di Chiara nella tua vita sia nociva per questioni più pregnanti del rotolo di carta igienica lasciato appeso con un solo quadratino (la più solitaria, ipocrita e odiosa delle forme geometriche) forse è il momento di affrontare una conversazione un po’ più complessa e da cui non necessariamente saprete come tornare indietro. Un confronto, dopo tanti anni, glielo devi e lo devi anche a te stessa.
Giulia

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