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Nel 1964, quando avevo 12 o 13 anni circa, trascorsi l’estate in una casa sul mare a 35 miglia da Istanbul. Un giorno vidi una piccola raccolta d’acqua tra le rocce.
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Presto ho scoperto che sotto la superficie imperturbabile e perfettamente trasparente della “mia” pozza, c’era un altro mondo, un’intera civiltà, e ho preso a passarci sempre più tempo, solo nella calura estiva, attratto dal vivace regno sommerso dalle tiepide acque del mare.
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Tutto quel mondo oggi è perduto. Nel 1964 due milioni e mezzo di persone vivevano vicino al Mar di Marmara. Oggi se ne contano venticinque milioni e metà dell’attività industriale della Turchia ha sede lì.
Nel 1964, quando avevo 12 o 13 anni circa, trascorsi l’estate in una casa sul mare a 35 miglia da Istanbul. Saltavo il muretto del giardino e camminavo verso la spiaggia attraverso le rocce e i campi aperti che costeggiavano la riva, osservando tutte le piccole meravigliose sorprese che la natura riservava sui miei passi. Un giorno vidi una piccola raccolta d’acqua tra le rocce. Non era proprio una pozza di marea. Il mare continuava a riversarsi attraverso le fessure tra le rocce e le pietre.



