- Alle nostre spalle una tavolata di sei persone festeggia un compleanno in famiglia. «Un compleanno tra congiunti» è il mio primo pensiero, perché tra le varie cose una pandemia ti cambia anche le parole.
- Il diciotto marzo era la Giornata nazionale in memoria delle vittime di coronavirus ed era circa nove mesi fa. Sembra tanto? Sembra poco? Tra le molte cose che non sono tornate come prima forse c’è anche la percezione del tempo.
- Manca il ragionamento sul trauma, quel processo di metabolizzazione che in un mondo evoluto dovrebbe passare anche dalla comunicazione mediatica e che porta all’accettazione della ferita, piuttosto che alla fuga da essa. Se fuggi non medichi e se non medichi non guarisci.
Alle nostre spalle una tavolata di sei persone festeggia un compleanno in famiglia. «Un compleanno tra congiunti» è il mio primo pensiero, perché tra le varie cose una pandemia ti cambia anche le parole. Mi trovo con alcune amiche strette e vaccinate, i green pass sono sottoposti a regolare controllo, l’ambiente è sanificato e i clienti pochi. Mi rendo conto che non so di preciso da quanti mesi non ci sediamo insieme in un ristorante al chiuso. La famiglia di cui sopra produce i suoni della con



