Da quasi 44 anni, il piccolo borgo di Saint-Just-le-Martel, nel cuore del Limousin, trasforma l’autunno in un’esplosione di irriverenza. Con appena 2.700 abitanti, il paese è diventato un punto di riferimento mondiale per la caricatura, l’umorismo e la vignetta satirica.

Il Salon International de la Caricature, du Dessin de Presse et de l’Humour celebra talento, ironia e impertinenza, unica struttura in Europa a farlo. Con quasi 200 vignettisti, tra affermati e nuovi talenti, il Salone conferma la sua vocazione di innovare, sorprendere e celebrare il potere universale dell’umorismo.

La mostra

Questo 27 settembre 2025 si è inaugurata la sua quarantaquattresima edizione. In questa occasione si è aperta anche la personale di Marilena Nardi, intitolata Nardi. Vachement obstinée.

Salon International de la Caricature, du Dessin de Presse et de l’Humour (foto Nol)

Marilena Nardi, illustratrice, vignettista e docente all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha collaborato con diversi periodici italiani e internazionali tra cui Diario, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Left, Cartoon Movement, Le Monde e dal 2020 lavora regolarmente per il quotidiano Domani.

Ha ricevuto svariati riconoscimenti tra cui il World Press Freedom Cartoon di Ottawa, il Premio Forte dei Marmi per la Satira Politica, il World Press Cartoon (prima donna a vincerlo nel 2018), l’Euro-Kartoenale in Belgio, premi in Spagna e Turchia e i più recenti Prix Couilles au Cul (2024) e Grand Prix Humour Vache (2024).

Nei suoi disegni troviamo la parodia dei poteri politici, economici, religiosi o sociali che, sotto l’apparente leggerezza del divertimento, nascondono una riflessione profonda sulla condizione umana, dove il grottesco rivela i tratti più oscuri del carattere umano.

Lo stile di Marilena Nardi è diretto, immediato, essenziale e la sua satira alle volte feroce, pungente, quasi allegorica, ma sempre elegante e lucidissima. Non consola, non addolcisce ma mette a nudo. Le deformazioni dei personaggi non sono mai gratuite, ma diventano lo specchio delle loro miserie morali e politiche. È un riso amaro, che serve a scuotere, a provocare una reazione.

Non è una satira che si dedica al singolo fatto o alla notizia ma è una lente capace di parlare dell’essere umano e delle sue contraddizioni.

La satira, del resto, è la forma più antica di resistenza civile e culturale. In Elogio a Franti (da Diario Minimo), Umberto Eco prende il celebre Cuore di Edmondo De Amicis e ne mette in luce un personaggio tra i più negativi, cioè Franti, anticonformista feroce quanto necessario.

«Franti non teme nulla, egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro, il maestro finge qualche volta di non veder le sue birbonate e lui fa peggio, provò a pigliarlo con le buone ed egli se ne fece beffa. Il maestro gli disse delle parole terribili ed egli si copri il viso con le mani come se piangesse e invece rideva» cit. Paolo Poli e Umberto Eco (da Babau, 1970)

Una risata beffarda, “testardissima” (Vachement obstinée), capace di smascherare l’inganno e di rivelare il re nudo.

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