L’Eras Tour, il monumentale spettacolo di tre ore con una scaletta che ripercorre quasi vent’anni di carriera, è in pausa. Ma siamo comunque nel pieno dell’età dell’oro di Taylor Swift. Tanto che Usa Today da settembre è alla ricerca di un giornalista che si dedichi solo alla copertura mediatica della star 33enne. 

«La fanbase di Swift è cresciuta a livelli senza precedenti, così come l’importanza della sua musica e della sua crescente eredità. Siamo alla ricerca di un energico giornalista, fotografo e professionista dei social in grado di soddisfare l’innegabile appetito per tutto ciò che riguarda Taylor Swift con un flusso costante di contenuti su più piattaforme. Il reporter di Taylor Swift, che si occuperà sia dei fatti che della furia, individuerà i motivi per cui l’influenza della pop star non fa che crescere, cosa rappresenta la sua fanbase nella cultura pop e l’effetto che ha nel mondo della musica e dell’economia», si legge nell’annuncio.

Fenomeno mediatico 

Può sembrare un’esagerazione (anche se Swift non è oggetto esclusivo dell’attenzione del gruppo mediatico Gannett, che cerca anche un reporter che copra un altro colosso della musica americana, Beyoncé).

Ma la cantante ha dominato le homepage dei siti durante tutta l’estate. Perché continua a battere record (è diventata la donna con più album finiti primi in classifica nella storia). Per la velocità con cui sono finite sold out le prossime tappe del suo monumentale tour internazionale, che è anche diventato il tour di maggior incasso di tutti i tempi. Perché i suoi fan hanno addirittura provocato un piccolo movimento sismico durante un concerto.

Perché, insieme a Barbie e a Beyoncé, secondo alcune stime avrebbe dato uno slancio fondamentale all’economia statunitense. Perché si è fatta fotografare con l’attrice britannica Sophie Turner a pochi giorni dall’annuncio del divorzio della giovane star del Trono di Spada dal membro della boy band Jonas Brothers (incidentalmente, ex anche di Swift).

Perché il suo nuovo fidanzato Travis Kelce è un giocatore di football per i Kansas City Chiefs e quindi ora Swift è legata anche a un altro dei fenomeni di massa più importanti degli Usa

Forse anche semplicemente perché – come fa trasparire in maniera molto onesta l’annuncio di Gannett – la gente sul suo nome clicca. Lo stesso pubblico giovane che si sgolava a cantare All too well per dieci minuti filati a Los Angeles, mentre una troupe filmava quello che diventerà anche un film (in sala dal 12 ottobre).

L’influenza sulla politica

EPA

Impossibile per un fenomeno del genere non venire toccato anche dalla politica. Swift, che per anni ha mantenuto un rigoroso silenzio sulle sue posizioni, dalle midterm del 2018 ha iniziato a manifestare il suo appoggio per i candidati democratici in maniera aperta.

E il 17 settembre scorso, il National Voter Registration Day, ha usato il suo profilo Instagram da 273 milioni di follower per invitare i neomaggiorenni a registrarsi per votare alle prossime elezioni. «È un personaggio alto e unico», ha detto Gavin Newsom, il governatore dem della California, «quello che è stata in grado di realizzare nel far sì che i giovani si attivassero per considerare che hanno una voce e che dovrebbero avere una voce nelle prossime elezion è profondamente potente».

Non che la storia dia ragione a Newsom, per dire la verità. Quando appunto Swift si impegnò contro la trumpiana Marsha Balckburn,  candidata al senato nel suo stato del Tennessee nel 2018, Blackburn vinse comunque con il 54,7 per cento dei voti. 

Eleggerla salvatrice delle sorti dei dem è quindi un po’ prematuro. Anche se di sicuro il suo nuovo fidanzato (che ha supportato la protesta contro il razzismo dei giocatori della Nfl, restando in ginocchio durante l’inno americano, e che è testimonial della compagnia farmaceutica Pfizer), non farà nulla per guadagnarle le simpatie repubblicane. 

La regina del pop

Ma Swift nel corso della sua carriera ha dovuto affrontare controversie ben più scottanti, a partire dalla lunga faida con il rapper Kanye West e la sua ex moglie Kim Kardashian fino alle critiche spesso poco velate sulla sua vita sentimentale. La  costruzione del suo mito è andata avanti comunque: era il 2013 quando New York Magazine spiegò al mondo perché l’allora 23enne Swift era “the reigning queen of pop”.

Da quel coronamento di dieci anni fa sono successe molte cose (cambiamento di genere musicale nella sua discografia successiva, mesi di lontananza dai riflettori e di cattiva stampa, l’apprezzamento della critica per gli album prodotti durante il Covid, Folklore ed Evermore).


Ne sono cambiate molte altre, come la sensibilità collettiva (difficile immaginare che in èra post Me Too qualcuno possa descrivere Dear John, la canzone che dedica alla relazione tossica avuta con un uomo molto più grande, “immatura”).

Ma anche il fatto che Swift sia una cantante bollata in maniera un po’ sprezzante come solo “da femmine”: il suo pubblico rimane in larga parte composto da giovani donne. Ma su TikTok hanno successo gli account di uomini che filmano le loro reazioni nell’ascoltare per la prima volta la sua discografia. 

Non è cambiata però la diagnosi: aveva ragione New York Magazine a dire che era la regina del pop. Oggi forse lo è di tutta la cultura pop. 

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