Idee

Non censuriamo la battaglia. È l’essenza della vita

Qualcuno vuole bandire dal discorso le metafore battagliere applicate alla malattia, perché colpevolizzano chi perde. È un errore: l’intera esistenza è uno scontro. Non dobbiamo cancellare le parole contese, ma ricordarne il vero significato

  • Tra i modi di dire che alcuni vorrebbero bandire per sempre, uno colpisce in maniera particolare. Si tratta dell’espressione secondo la quale una persona muore “in seguito a una battaglia” contro una malattia.
  • Secondo i suoi detrattori un’espressione come “perdere la battaglia con una malattia” sarebbe offensiva perché andrebbe a infierire sulla vittima, colpevolizzandola.
  • Una cultura umana che neghi il ruolo centrale della battaglia – o lo celebri come semplice momento di divisione binaria vincenti/perdenti e non nella sua ben più estesa accezione esistenziale – è una cultura che si avvia al declino.

Della battaglia Nel numero in costante aumento di modi di dire che alcuni vorrebbero bandire per sempre, uno colpisce in maniera particolare. Si tratta dell’espressione – principalmente giornalistica, ma talvolta usata nel linguaggio comune – secondo la quale una persona muore “in seguito a una battaglia” o “dopo aver perso una battaglia” contro una malattia. Questo ennesimo tentativo di polizia del linguaggio è più importante di altri per almeno due motivi. Il primo è che riguarda chi ha

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