Ci sono due fondamentali momenti, nella vita di una donna – e scusate per l’identificazione di genere ma questo non è un articolo progressista, visto che si parla di Giorgia Meloni – durante i quali tale donna è messa davanti alla prova di dignità più difficile della sua vita: il momento in cui ti fanno la ceretta integrale all’inguine e quella in cui ti lasci con il tuo “Malessere”.

Per “malessere” si intende, per usare parole più consoni alla famiglia tradizionale, il classico fesso di turno a cui a tutte capita – prima o poi – di accompagnarci. I Malesseri possono essere classificati in categorie A B C D, come le uova, e una legge non scritta ma antica come la Bibbia dice che più una donna ha successo nella propria vita più il malessere a cui si accompagna sarà di qualità “stupidità superior”, come lo champagne.

Ecco questo è il caso di Andrea Giambruno, che ha il pregio di essere, malessere purissimo di livello A che oltre che ad essere di categoria “superior”, è pure Dop ovvero “d’origine protetta” perché se non lo proteggi fa un macello. 

È riuscito, in un unico fuorionda, a mettere insieme volgarità, molestie sul lavoro, parolacce, e proposte sconce di threesome e foursome che lasciavano chiaramente intendere quanto poco fosse bravo in matematica.

MariaGiovanna82

Tale malessere lo abbiamo trovato accanto ad una donna estremamente realizzata, la presidente del consiglio Giorgia Meloni, la quale, come tutte noi almeno una volta nella vita, si è trovata a dover affrontare le cosiddette “conseguenze del malessere” e le conseguenze del malessere arrivano quando meno te lo aspetti: tipo durante lo scoppio di un nuovo conflitto israelo-palestinese che sembra l’anticamera di una nuova guerra mondiale.

A chi non è mai capitato, tra una risoluzione Onu e un consiglio dei ministri, di dover vedere il proprio compagno che ci prova con una collega toccandosi il pacco e quindi di doverlo lasciare in diretta su Instagram?

Ed è qui che Giorgia, da stimabile uomo di stato tutto d’un pezzo si è trasformata in una classica MariaGiovanna82 che su Tumblr scrive: “Potevo scegliere te ma ho scelto me stessah”, “Non mi piego, che mi cade la corona”, “Loro lanciavano frecciatine ma io avevo l’arco”, “Io successo, tu sul cesso”, “Quando il diamante brilla, l’invidia strilla”, “Ridi perché sono caduta? Ora scappa perché mi sto rialzando”.

E questo dimostra che nessuna di noi si può salvare dall’effetto “MariaGiovanna82” su Tumblr quando si lascia.

Proverbi

Il problema si crea se, tra tutte queste frasi da regina che si rialza a testa alta in mezzo ai gatti che non prendono pesci, ti capita di confonderti. Se, ad esempio, al posto di dire «mi hanno lanciata in mezzo ai lupi, e ne sono uscita capobranco», dici «mi hanno lanciata in mezzo ai lupi, ne sono uscita che perdo il pelo ma non il vizio», il senso cambia e potrebbe sembrare più altro un antipatico problema di alopecia.

Se al posto di dire «Non è tutto oro quel che luccica», dici «non è tutto lardo quello che ci lascia lo zampino», la gente potrebbe pensare che al massimo hai il colesterolo un po’ alto.

Se poi ti lanci in un epico crossover tra i due proverbi «Sul cadavere dei leoni banchettano i cani, ma i leoni restano leoni e i cani restano cani» e «Gutta cavat lapidem, ovvero la goccia scava la pietra» ecco che diventi Giorgia Meloni che scrive «La goccia può scavare la pietra ma la pietra resta roccia mentre la goccia è solo acqua» e il rischio è che sembra che tu non abbia capito né il senso dei cani che banchettavano sul cadavere dei leoni – e fin qui poco grave perché già sei presidente del Consiglio, pretendere tu sia pure etologa mi pare eccessivo – ma soprattutto sembra tu abbia frainteso il senso della goccia che scava la roccia perché la goccia, a furia di insistere, scava eccome e il senso è: mai sottovalutare l’acqua perché ha più potere di ciò che sembra.

E fa anche venire la ritenzione idrica, anche quella da non sottovalutare, aggiungo io.

La vita

Adesso sogno solo che Giambruno, in un più unico che raro slancio di genialità, risponda citando Aldo, Giovanni e Giacomo: «Chi sa fare sa capire».

E noi gli chiederemmo: «Ma che cazzo di proverbio è?» E lui: non è un proverbiò amici miei, è la vita. È la vita. Ma d’altra parte tanto va la goccia al lardo che ne esce capobranco… ah no. 

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