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Guadagnino è un boomer illuminato e We Are Who We Are lo dimostra

Ap-Lapresse
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Il debutto della serie su Sky Atlantic porta in televisione la ricerca dell’identità del corpo, che per la generazione Z corrisponde a ciò che si è realmente, a dispetto di quello che vorrebbero gli altri. Per cogliere l’essenza, come una sorta di perizia del cuore delle cose stesse

  • Debutta su Sky Atlantic oggi la nuova miniserie in sei puntate diretta da Luca Guadagnino. La sceneggiatura della co-produzione Italia-Usa è firmata da Guadagnino, Paolo Giordano e Francesca Manieri.
  • Al centro della storia Fraser Wilson, un ragazzo dai capelli ossigenati e lo smalto multicolor che incontra sulla sua via Caitlin, adolescente di origini nigeriane che indossa un nome maschile. 
  • La serie invita ad appurare che c’è sempre vita, desiderio, futuro. E ci porta verso il nucleo travisato delle esperienze, quelle che il pregiudizio non coglie.

Nasce come storia di un innesto e diventa la storia di un’alleanza We Are Who We Are, la prima serie televisiva diretta da Luca Guadagnino, in onda dal 9 ottobre su Sky Atlantic. Storia di un innesto, ovvero di un corpo estraneo, quello frenetico e sovra-desiderante di Fraser Wilson, il ragazzino dai capelli ossigenati, lo smalto multicolor e i pantaloni di felpa leopardati che all’inizio della prima delle otto puntate che scandiscono la co-produzione Italia-Usa (HBO-Sky) vediamo scalpitare

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