- I funerali di Berlusconi e le parole di Grillo sul lavoro hanno messo in luce due posizioni antitetiche su cosa significhi essere leader: la scelta tra diventare maestri di scacchi o pedine autonome.
- È segno di una certa confusione sul concetto di leadership che porta a diversi paradossi. Per risolverli dovremmo cambiare prospettiva e, invece di cercare di capire “cosa” significhi esercitare leadership, chiederci “perché” dovremmo farlo.
- In un'epoca sempre più frammentata, più che di essere guidati da qualcuno, abbiamo bisogno di sentirci parte di “qualcosa”. Non ci servono né giocatori, né pedine, ma una scacchiera dove le regole permettano di sviluppare una “partita” nuova.
La cronaca delle ultime settimane ci ha consegnato immagini di folle che non avrebbero potuto essere più diverse per iconografia e contesto: i funerali di Silvio Berlusconi e la manifestazione contro il lavoro precario indetta dal Movimento 5 stelle. La distanza non è solo nelle ragioni che hanno spinto migliaia di italiani a partecipare a un evento o all’altro, ma in un dettaglio passato per lo più inosservato nello sciame di commenti che ne sono seguiti. A Milano si piangeva la scomparsa de



