Il successo registrato da Equologica è una buona notizia per chi crede alla necessità, dentro e oltre la pandemia, di costruire un mondo nuovo, oltre le compatibilità e le risposte già date.
La partecipatissima conferenza digitale di sabato è stata la prima tappa nel percorso per costruire nuovo soggetto della sinistra civica, ecologista e femminista.
Abbiamo gettato le fondamenta di un processo “collettivo”: una parola da riscoprire. Per noi, infatti, non esistono uomini o donne del destino, ma appunto condivisione e cooperazione. 
Una scintilla che accende la luce su alcune scommesse.
Scommettiamo sulla necessità di una nuova “forza”, affinché anche in italia emerga una sinistra rinnovata. Che metta al centro della sua elaborazione le battaglie per la giustizia sociale e la redistribuzione; la transizione ecologica come paradigma irrinunciabile; il genere al centro di ogni presa di parola e azione comune per ribaltare la cultura patriarcale e omofobica; il confederalismo democratico, delle nostre sorelle e fratelli curdi, come modello da praticare. 

Una coalizione

Scommettiamo sulla coalizione perché, nonostante le buone notizie in arrivo dal Nord e dal Sud America, l’ “Internazionale nera” ha ancora il vento in poppa. Per questo dobbiamo coltivare il massimo grado di unitarietà del campo democratico e progressista, senza commettere errori del passato. Mai dividere il campo: perché la destra italiana è forte e gode, appunto, di appoggi internazionali. Si nutre di umori neri, di un sistema di valori e dis-valori, di un’idea di famiglia, di nazione e di territorio fortemente radicati nella società italiana.
Scommettiamo sull’autonomia e l’indipendenza del nostro processo. Perché il nostro campo di alleanze, politiche e sociali, va sfidato su quegli elementi costitutivi e valoriali che abbiamo scelto come nostre parole d’ordine. Perché l’unità del campo si coltiva dando battaglia politica e praticando l’egemonia culturale. Sfidando la nostra stessa cultura politica, uscendo dalle comfort-zone: in mare aperto per contare, incidere e cambiare lo stato delle cose. Una sinistra di popolo che sappia praticare l'autoriforma dentro le contraddizioni della cultura di massa. 
Scommettiamo sul collettivo perché la politica è un processo plurale oppure non è. Collettivamente dobbiamo ritrovare una funzione strategica e quindi una dimensione storica del nostro agire. L’organizzazione è sempre un mezzo e mai un fine: è sempre fondamentalmente scienza della composizione di classe. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato inconsapevolmente l'idea della sinistra che parla alle minoranze. Non basta usare le categorie dell’etica ed indignarci contro razzismo, sessismo e sovranismo. Occorre sporcarsi le mani, fare un corpo a corpo nelle fratture della società italiana, dedicarsi a un lavoro di scavo per far emergere quella nuova composizione sociale che non trova rappresentanza. Parlare a tutte e tutti scegliendo il luogo da cui osservare il mondo.
Dobbiamo dare corpo al significato ultimo di queste scommesse. Innescare in modo pubblico il percorso per costruire una nuova soggettività che investa sul collettivo per dare voce alla sinistra civica, ecologista e femminista. Coltivando il massimo grado di unitarietà del campo democratico e progressista, senza mai rinunciare alla propria autonomia e indipendenza. Con una prima sfida davanti a noi: le elezioni amministrative del 2021.
Per tutto questo occorre mobilitarsi ora. 

Fuori e dentro il parlamento

Occorre mobilitarsi in parlamento, supportando in modo leale l'esecutivo non per un tozzo di pane, ma per uscire con coraggio dalla pandemia investendo sul futuro. Seguendo la traccia che ci indica l’Europa per cambiare il modello di società, di consumi e di produzione. Il governo deve trovare questo coraggio oppure tornerà a gonfiare le vele della paura, del rancore e della destra che meglio interpreta questi sentimenti. Questo è un prezzo che non siamo disposti a pagare.
Fuori dal parlamento, dentro ai conflitti, le tante e i tanti che hanno partecipato ad Equologica hanno il compito di dare gambe alle mobilitazioni che dispiegheremo insieme. Far vivere l’ambizione di Equologica nei territori, nei luoghi che si attraversano e non da ultimo nello spazio digitale, altro luogo in cui dare battaglia politica. Nello spazio digitale e nello spazio pubblico in cui sperimentare pratiche sociali, di mutuo aiuto e autogestione.
Un post e un emendamento alla legge di bilancio. Un volantinaggio e un atto in consiglio comunale. Un picchetto anti-sfratto e la partecipazione a un talk televisivo. Una mensa popolare e un festival di letteratura indipendente. Ognuno secondo le sue capacità, dando valore a ogni gesto piccolo o grande che sia. Camminando insieme possiamo fare la differenza.

*Gli autori fanno parte del coordinamento di Liberare Roma

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