Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante


Il gup ha ricostruito le relazioni intessute da Montante con gli appartenenti ai servizi segreti e in particolare prima con il prefetto Giorgio Piccirillo, direttore dell 'AISI dal 15 giugno 2008 fino al 2012, e poi con il Gen. Arturo Esposito, dapprima capo di stato maggiore dell'Arma dei Carabinieri e da giugno 2012 al 2016 direttore dell'AISI.

Ne danno conferma i numerosi appunti nel file excel dove si dà conto di incontri, cene e di raccomandazioni.

Attraverso questi canali Montante avrebbe avuto informazioni riservate.

Nel procedimento si ipotizzano condotte di rivelazione di segreto in suo favore da parte del Gen. Arturo Esposito, del Sen. Renato Schifani, del Dott. Andrea Cavacece, capo reparto dell'A.l.S.I., del Dott. Andrea Grassi, allora dirigente della prima divisione dello Sco. di Roma, del Prof. Angelo Cuva, del Col. Giuseppe D'Agata, all'epoca inserito nel reparto di Cavacece.

Nel giudizio di primo grado, a carico solo degli imputati che hanno optato per il rito abbreviato, il gup si è occupato solo della posizione di Andrea Grassi [successivamente assolto da tutte le accuse], al quale era contestata la condotta descritta al capo T), a lui ascritta in concorso con Cavacece ed Esposito. Essi avrebbero rivelato a Montante la notizia per cui egli, nell'ambito dell'inchiesta nissena ormai oggetto di divulgazione mediatica, era sottoposto ad intercettazione.

Il gup ha così ricostruito il percorso attraverso il quale l'informazione riservata sarebbe giunta al Montante. In particolare:

- dopo la pubblicazione dell'articolo di "Repubblica" del 9 febbraio 2015 sull'indagine a carico di Montante, la dott.ssa Marzia Giustolisi della Squadra Mobile di Caltanissetta, previa autorizzazione dei P.M. titolari dell'indagine, aveva comunicato che erano in corso intercettazioni al dottor Andrea Grassi, nella sua qualità di dirigente della prima divisione dello Sco. di Roma e nell'ambito delle doverose interlocuzioni istituzionali; Grassi avrebbe rivelato la notizia all'amico Andrea Cavacece, capo reparto presso l'Aisi di Roma;

- Cavacece ne avrebbe parlato sia con il suo superiore, il Gen. Esposito, direttore dell'Aisi, sia con il suo sottoposto, il Col.D'agata;

- Esposito, tramite D'Agata, avrebbe comunicato la notizia a Montante, che così avrebbe potuto mettere in atto una serie di contromisure per eludere le indagini

Tali avvenimenti si collocherebbero, in base al capo di imputazione T) "in epoca successiva e prossima al 9 febbraio 2015" (così, il capo di imputazione), ossia poco dopo la pubblicazione del noto articolo.

Nel detto capo di imputazione vi è però un'altra condotta che riguarda un'ulteriore rivelazione di segreto che sarebbe stata posta in essere da Grassi, Cavacece, Esposito, Schifani e Cuva, riguardo il coinvolgimento di D'Agata nell'indagine a carico di Montante.

La rivelazione sarebbe avvenuta nel dicembre del 2015, e il percorso della notizia segreta sarebbe stato questo: la Dott.ssa Giustolisi, per motivi inerenti le interlocuzioni istituzionali, avrebbe legittimamente comunicato a Grassi la notizia dell'estensione dell'indagine su Montante anche a D'Agata;

- Grassi ne avrebbe parlato con il Cavacece, così trasferendo l'informazione dallo S.C.0., istituzionalmente legittimato a ricevere la notizia, all'A.l.S.I., soggetto estraneo, nel caso di specie, al circuito investigativo; Cavacece ne avrebbe riferito ancora una volta al suo superiore, il Gen. Esposito;

- Esposito avrebbe richiesto al dott. Blengini, altro capo reparto dell'Aisi, di approfondire l'informazione presso il questore di Caltanissetta, Dott. Bruno Megale e frattanto ne avrebbe riferito al Sen. Schifani; Schifani avrebbe rivelato la notizia al Prof. Cuva; Cuva avrebbe informato D'Agata; Cavacece avrebbe confermato a D'AGATA la veridicità della notizia.

Il gup ha assolto Grassi dal primo dei due episodi, quello del 9 febbraio 2015, ritenendo che non lo abbia commesso. Grassi, che era originariamente imputato anche del reato di concorso esterno nell'associazione diretta da Montante, è stato assolto anche per questo reato.

Su queste imputazioni, in mancanza di appello del P.M., la sentenza è passata in giudicato.

Ciò che interessa ai fini del presente giudizio di impugnazione è la ricostruzione dei fatti, sulla base dei quali il gup ha ritenuto provata l'altra condotta di rivelazione di segreto, quella avvenuta nel dicembre 2015, che avrebbe visto la partecipazione di Grassi per far giungere infine l'informazione riservata a D'Agata.

La ricostruzione della vicenda da parte del gup tiene conto di una prima discrasia registratasi tra le prime acquisizioni e la versione dello stesso Andrea Grassi, che non ha mai negato di avere ricevuto per ragioni istituzionali l'informazione inerente l'indagine su Montante.

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