La nota della dirigente Alfonsina Russo aumenta l’imbarazzo al ministero. La determina firmata quando il successore di Sangiuliano era già ministro da quattro mesi
La nota della direttrice del parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, mette ancora di più in imbarazzo il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. La nuova versione sulla pubblicazione e la distribuzione del libro di Giuli, finanziato dal ministero della Cultura, è che stato fatto tutto a insaputa. «Non c’entra nulla con lo stanziamento», è stata la posizione della dirigente del Mic.
Chissà, quindi, la sorpresa del ministro della Cultura, quando si è ritrovato tra le mani il suo volume Venne la Magna Madre. I riti, il culto, l’azione di Cibele Romana, tra quelli inseriti nel catalogo della mostra la mostra Magna mater tra Roma e Zama. Il saggio, risalente al 2012, era stato ristampato con le risorse del Mic, proprio attraverso il parco archeologico del Colosseo, con un finanziamento di 21mila euro che prevedeva anche la pubblicazione e la distribuzione del testo La tomba di Romolo di Attilio Mastrocinque, docente di storia all’università di Verona. Un progetto editoriale portato avanti nell’ambito della mostra sulla Magna Mater, in corso dal 5 giugno al foro romano e palatino.
Una storia, svelata da Domani, che l’ufficio stampa del ministero non ha smentito. Contattato da questo giornale, aveva redatto una nota ricca di dettagli, spiegando tra le varie cose che il progetto rientra nell’ambito dell’attuazione del Piano Mattei e che soprattutto Giuli «non ha percepito e non percepirà alcun tipo di pagamento, né alcuna corresponsione di diritti». Ma senza mai mettere in dubbio le date relative al progetto né lo stanziamento. Il parco del Colosseo, contattato da Domani, non ha nemmeno fornito una risposta. Poi è arrivato, nel pomeriggio di mercoledì, l’annuncio di un’interrogazione del Movimento 5 stelle.
Chiarimenti e omissioni
Russo ha rotto il silenzio e diffuso una dettagliata nota, in cui ha negato il coinvolgimento del ministro nello stanziamento delle risorse, inserendo una serie di date, già riportate nel primo articolo come la delibera datata 2023 (che però mette a disposizione risorse per varie finalità di promozione, non lo specifico dettaglio degli acquisti): «La cosiddetta “rivitalizzazione” dell’opera, termine presente nell’articolo de Il Domani, non è in alcun modo attribuibile al ministro in carica, essendo avvenuta in un periodo molto antecedente alla sua nomina», è la sintesi della precisazione di Russo, che di fatto cozza con la ricostruzione del ministro.
E c’è un motivo: la determina inchioda Russo e Giuli ai fatti. Ci sono due passaggi mancanti e due date-chiave, che la dirigente del Mic non ha riportato nella sua precisazione: il 5 agosto 2024, giorno in cui viene protocollata la nomina di Russo a responsabile unica del progetto per deliberare lo stanziamento; giusto un mese prima della nomina di Giuli al governo.
E soprattutto viene omessa la data del 15 gennaio 2025, quando è stata firmata la «decisione a contrarre» che mette nero su bianco il finanziamento di 21mila euro, a favore della casa editrice L’Erma Di Bretschneider, per la pubblicazione e la distribuzione dei volumi di Mastrocinque e di Giuli. E in quella data Giuli – avendo giurato al Quirinale il 6 settembre 2024 – era ministro da oltre 4 mesi, non 4 giorni.
Ci sarebbe stato tempo a sufficienza per una riflessione sull’opportunità della pubblicazione e della diffusione del suo volume con fondi pubblici. Anche perché la mostra era in programma quasi cinque mesi dopo, un tempo congruo per individuare alternative. È stata invece inaugurata il 5 giugno, alla presenza del ministro-autore.
L’interrogazione dei Cinque stelle
La vicenda finirà comunque in parlamento con l’interrogazione dei 5 stelle. I deputati Luca Pirondini e Antonio Caso l’hanno definita un’operazione di «autoreferenzialismo smaccato pagato con i soldi pubblici, incarnato in un’operazione di autofinanziamento ministeriale degna di una repubblica delle banane. Non ci sfugge che, ciliegina sulla torta, sarà lo stesso Giuli a dover rispondere. Si difenderà in qualità di ministro o di autore del libro?»
E Pirondini è tornato alla carica sulla vicenda: «Per la prima volta da anni, il Teatro Akropolis di Genova ha visto un taglio dei finanziamenti senza spiegazioni trasparenti. Per il Mici non vale la pena investire fondi pubblici per una piccola ma importante eccellenza mentre per promuovere il libro scritto proprio dal Ministro Giuli si apre il portafogli».
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