Il partito di estrema sinistra Linke è stato travolto da uno scandalo sessuale che mette a rischio la sua esistenza e ha già provocato il ritiro di una delle due segretarie. Secondo le rivelazioni del settimanale Spiegel, la sezione regionale dell’Assia, uno dei Land occidentali dove il partito ha più successo, sarebbe stata dominata da un clima di maschilismo tossico in cui si sarebbero consumati abusi ai danni di membri della formazione giovanile. Sono almeno tre i casi di giovani approcciati da politici locali e nazionali contro la loro volontà: secondo le testimonianze, ci sarebbero stati giochi alcolici con risvolti erotici e molestie. La dirigenza di partito di Wiesbaden sarebbe inoltre stata informata dei fatti e non avrebbe preso sul serio le denunce. 

Un caso in particolare mette in difficoltà una delle due segretarie nazionali di partito, Janine Wissler. Wissler all’epoca dei fatti era responsabile regionale e uno dei funzionari accusati il suo compagno. Secondo la vittima, l’uomo avrebbe intrecciato una relazione con la giovane donna, all’epoca minorenne, che si era avvicinata al partito. La storia sarebbe andata avanti per qualche tempo alle spalle di Wissler, finché gli atteggiamenti eccessivi del funzionario che ancora la cercava e tornava ad avere rapporti sessuali con lei aveva spinto la donna a rivolgersi in alcune mail alla segretaria regionale. 

Wissler non avrebbe reagito, né in questo né in altri casi. In questi giorni la segretaria ha negato di aver saputo qualcosa e di aver informato immediatamente i colleghi di partito quando è venuta a sapere degli abusi. Ma resta il fatto che il partito si è rivolto alle vittime soltanto dopo che a novembre 2021, quando è iniziata una discussione sul tema sui social network. Quando, immediatamente dopo i fatti, le altre vittime si sono rivolte ai responsabili di partito, come la commissione per la Parità e le donne, non hanno ricevuto ascolto, raccontano. 

Per il momento, però, non sembra che Wissler voglia rinunciare al suo ruolo. 

I problemi pregressi

Lo scandalo investe uno delle sezioni considerate più in salute di un partito già in forte difficoltà. Pur godendo ancora di un certo appoggio nei Land orientali, dove però sconta una classe dirigente di età piuttosto avanzata, all’ovest continua a non sfondare a ovest. 

Alle elezioni dello scorso settembre la Linke ha faticato a superare la soglia del 5 per cento prevista per l’ingresso in parlamento e anche nelle ultime elezioni regionali ha raccolto risultati piuttosto magri. A peggiorare ulteriormente i presupposti con cui affronterà gli appuntamenti elettorali dei prossimi mesi c’è l’addio di Susanne Hennig-Wellsow, l’altra segretaria di partito. Hennig-Wellsow e Wissler sono state elette solo 14 mesi fa e sembravano una buona coppia: mentre la prima era stata alla guida dell’opposizione al primo e unico governatore, in carica solo qualche giorno, eletto con i voti di AfD, la seconda era apprezzata per la sua capacità di mediazione tra le diverse anime del partito. 

Inaspettatamente, il partito era riuscito a trovare una posizione unica rispetto al conflitto ucraino, una situazione che non si è verificata spesso negli ultimi anni, in cui i parlamentari hanno dovuto fare i conti anche con l’ingombrante presenza dell’ex segretaria Sahra Wagenknecht, ormai migrata in ambienti tinteggiati di rossobruno e convinzioni No pass. La Linke aveva concordato sul fatto che la guerra fosse da condannare e su un’opposizione decisa al riarmo deciso dal cancelliere Olaf Scholz, una posizione che però non aveva trovato i consensi sperati nella posizione. 

Ora Wissler dovrà affrontare da sola le elezioni in Renania settentrionale Westfalia e Schleswig-Holstein: in nessuna delle due regioni gli analisti prevedono possibilità per la Linke di entrare nei parlamenti regionali. Hennig-Wellsow invece nelle motivazioni delle sue dimissioni cita la necessità di un vero nuovo inizio per il partito, ottenibile soltanto con facce nuove. 

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