Dopo le tensioni delle ultime settimane, la Lega fa sfoggio uno sfoggio di compattezza sulla richiesta di allungare la validità del green pass ottenuto tramite tampone da 48 a 72 ore. La richiesta è stata formulata dai presidenti di regione del partito, tra cui quello del Veneto Luca Zaia e quello del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ed è appoggiata dal leader, Matteo Salvini.

La richiesta è motivata dall’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro che scatterà il prossimo 15 ottobre. Il timore dei leghisti, è che con centinaia di migliaia di persone non ancora vaccinate, non sarà possibile effettuare un numero sufficientemente alto di tamponi da consentire a tutti di recarsi al lavoro, con conseguenti problemi per le imprese.

«Lei non ha idea del caos che scoppierà nelle aziende il 15 ottobre, perché non saremo in grado di offrire a tutti i non vaccinati un tampone ogni 48 ore. Gli imprenditori con cui parlo io sono preoccupatissimi», ha Zaia in un’intervista a Repubblica.

«Non possiamo penalizzare le aziende in questa fase fondamentale di ripresa», ha detto Fedriga alla Stampa. Nella stessa intervista, Fedriga ha smentito le voce che lo vorrebbero capofila di una congiura di partito contro il leader. «La Lega è Salvini», ha detto.

L’estensione dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro, deciso lo scorso 16 settembre, era stato uno dei momenti di massima tensione all’interno del partito. Salvini si era opposto in maniera netta, mentre i presidenti di regione avevano preso una posizione favorevole che alla fine ha avuto la meglio. 

Questa divisione, unita all’avvicinarsi delle amministrative che si preannunciavano difficili per il partito, aveva alimentato le voci di un possibile cambio della guardia al vertice del partito. Nel partito sono ancora presenti tensioni e malumori, ma negli ultimi giorni il leader della Lega ha cercato di mostrare che la sua presa è ancora salda.

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