«Perché un voto segreto? Quale rispetto ha per i cittadini un Senato che delibera su un tema così importante senza che i suoi componenti abbiano la dignità di manifestare apertamente le loro posizioni?». Si apre così il commento di Libertà e giustizia, l’associazione di cultura politica guidata da Gustavo Zagrebelsky e Tomaso Montanari, dopo lo stop al ddl Zan decretato dal voto di mercoledì in Senato, che ha bocciato la legge contro l’omotransfobia con 154 voti a 131.

Il gruppo culturale, di cui fanno parte anche Nadia Urbinati e Roberta De Monticelli, firme di Domani, accusano in particolare Giorgia Meloni e Matteo Salvini: «È evidente a tutti che la destra non ha intenzione di tutelare le persone Lgbt. Se qualcuno aveva ancora dubbi, l’osceno spettacolo dei senatori che applaudono perché le norme contro la discriminazione sono state affossate prova che questa destra non ha nulla di moderato. Con buona pace dei sedicenti laici di Forza Italia».

Dure accuse sono rivolte anche al partito di Matteo Renzi, che mercoledì non era in aula ma in Arabia Saudita, ospite del principe bin Salman: «Che orrore vedere gli esponenti di Italia viva accodarsi a Salvini e Meloni, balbettando giustificazioni inverosimili, smentite dalla storia delle commissioni parlamentari che hanno lavorato al testo del ddl. Cari senatori di Iv, ma non vi vergognate?», si legge sul sito di Libertà e giustizia.

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