Il premier può sventare la svolta a destra: i popolari lo sorpassano nei numeri, ma hanno meno margini di manovra. Per un Sánchez bis assume un ruolo chiave la formazione di Puigdemont, con la quale sono iniziati i negoziati. Nello stesso frangente, gli indipendentisti sono bersagliati da ordini di arresto
Una bomba a orologeria? «Ha senso porsi questa domanda»: per l’ex ministro della Giustizia spagnolo Juan Fernando López Aguilar è difficile credere alle coincidenze quando hanno una tale puntualità. La Spagna si è appena ripresa dallo scompiglio elettorale, giusto il tempo di realizzare che i popolari e l’estrema destra di Vox non hanno la maggioranza assoluta per governare, e che è Pedro Sánchez ad avere le carte in mano. Che esiste una linea di resistenza spagnola all’onda nera in Europa.



