I paesi dell’Unione Europea hanno politiche energetiche diverse e queste differenze non hanno permesso alla Commissione europea di avanzare, per ora, delle proposte ambiziose per mitigare le conseguenze dell’aumento dei prezzi dell’energia, come richiesto tra l’altro da diversi paesi europei.

«Nessun paese membro ha lo stesso mix energetico o una situazione sociale identica. Nel breve termine, gli stati sono meglio equipaggiati per intervenire» ha detto mercoledì la commissaria all’energia Kadri Simson, presentando il pacchetto di «misure europee» che, nei fatti, è più che altro una guida per i governi nazionali su come intervenire senza infrangere le regole Ue.

La Commissione suggerisce di autorizzare proroghe temporanee per il pagamento delle bollette, ridurre aliquote d’imposta per famiglie vulnerabili e fornire aiuti alle imprese, però nel rispetto alle vigenti regole. Tra le misure proposte anche un sostegno straordinario ai consumatori in condizione di povertà energetica attraverso buoni o pagamenti parziali delle bollette.

Ma «le famiglie medie, che non sono state incluse nelle misure di supporto immediate per tutelare i consumatori, subiranno comunque l’aggravio» commenta Carlotta Piantieri, Associate presso Aurora Energy Research. Per l’esperta «si tratta di un massivo shock inflazionario che riduce i redditi reali».

Una proposta già attuata

La proposta della Commissione è una novità, ma non una sorpresa, visto che diversi paesi europei stanno già lavorando a misure analoghe, o quantomeno coerenti. A settembre l’Italia ha per esempio passato un provvedimento che include la riduzione al 5 per cento dell'Iva sui consumi di gas. Ora la Commissione conferma che i governi nazionali possono continuare a lavorare in questa direzione. La commissaria Simson ha esplicitato che è possibile usare i proventi dell’Ets, ovvero il sistema che tassa le emissioni e copre circa il 40 per cento delle emissioni di gas serra europee. Nell’ultimo anno i prezzi sono aumentati significativamente, quasi raddoppiando. Secondo le analisi della Commissione, ha fruttato ai paesi membri 10,8 miliardi di euro aggiuntivi nei primi nove mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020.

Il gas pesa di più

Simson ha detto che l’aumento dei prezzi del gas ha avuto un impatto sui prezzi dell'energia nove volte quello dei prezzi delle emissioni.  «La commissaria ha detto chiaramente che la transizione all'energia pulita rappresenta un’opportunità per aumentare l'indipendenza energetica dell'Ue ed è fondamentale per ridurre l'esposizione ai futuri shock dei prezzi dei combustibili fossili importati», spiega Sarah Brown, analista presso il think tank Ember. «Le nostre analisi supportano le conclusioni della Commissione secondo cui l'aumento dei prezzi dell'elettricità in tutto il continente è dovuto principalmente dall'impennata dei prezzi del gas fossile»

Piantieri aggiunge che la forte domanda di gas in Asia e Europa, unita alla diminuzione della produzione di gas a causa della pandemia, al mancato aumento delle forniture dalla Russia e al basso stoccaggio in Europa dopo un inverno più freddo del normale, sono i fattori che hanno avuto il maggiore impatto sui prezzi del gas.

I mercati

La Commissione si è impegnata ad aumentare la trasparenza dei mercati del gas in Europa e combattere ogni pratica che limiti la concorrenza. L’esecutivo europeo si sta anche adoperando per parlare con i tradizionali fornitori di gas, in primis Norvegia e Qatar e presenterà poi una strategia internazionale energetica all’inizio del 2022. Le misure comuni europee più delicate a livello politico, come per esempio gli acquisti europei di gas in linea con quanto fatto per i vaccini, saranno discusse settimana prossima dai primi ministri europei. Saranno poi oggetto della riunione dei ministri dell’energia il 26 ottobre.

L’esecutivo europeo è stato insomma cauto, sia per non creare ulteriori frizioni interne, come anche per evitare uno scontro con la Russia, principale fornitore di gas in Ue. I prezzi sono aumentati molto in Italia e Spagna, ma non allo stesso modo nel resto d’Europa: «La situazione in Finlandia non è ancora così drammatica» aveva detto Annika Saarikko, ministra delle Finanze finlandese, la settimana scorsa. 

La Commissione, inoltre, vuole proteggere le proprie politiche di decarbonizzazione che, senza l’impennata dei prezzi dell’energia, non sarebbero state politicizzate da partiti e paesi non allineati.

«Per quanto riguarda le misure di supporto di medio termine, condivido l’attenzione rivolta all’efficienza energetica, lo sviluppo di energie rinnovabili e stoccaggio, come strumenti per ridurre la dipendenza dall’import di fonti combustibili» aggiunge Piantieri, spiegando che il prezzo dell’energia resterà comunque legato a quello del gas per molto tempo.

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