Un tribunale francese ha condannato 14 persone ritenute coinvolte negli attacchi terroristici che hanno colpito la sede della rivista satirica, Charlie Hebdo e un mercato kosher parigino nel gennaio 2015. Le vittime degli attentati furono in totale venti di cui dodici erano membri della redazione di Charlie Hebdo “colpevole”, secondo i terroristi, di avere pubblicato delle vignette raffiguranti Maometto. 

Cosa è successo nel 2015?

Tra il 7 e il 9 gennaio si verificarono tre diversi attacchi tutti ad opera di terroristi islamici. La serie di attentati iniziò il 7 quando i fratelli Said e Chérif Kouachi fecero irruzione  nella redazione di Charlie Hebdo uccidendo undici persone tra cui quattro vignettisti e il direttore della rivista, Stéphane Charbonnier detto “Charb”. Il giorno dopo il terzo attentatore, Ahmed Coulibaly, la cui compagna è tra i condannati di oggi, sparò a una poliziotta per poi mettersi in fuga e sequestrare il giorno successivo i clienti e personale di un negozio kosher uccidendo quattro persone. I tre terroristi sono morti in seguito a scontri a fuoco con le forze dell’ordine.

Le nuove polemiche su Charlie

A distanza di cinque anni le vignette di Charlie Hebdo continuano a far discutere e soprattutto, purtroppo, a essere oggetto di attacchi terroristici. Nell’ottobre di quest’anno un professore di scuola media, Samuel Paty, è stato ucciso da un estremista islamico perché aveva mostrato in classe i disegni di Maometto mentre a fine settembre un altro attentatore ha ferito tre persone nei pressi della vecchia sede del giornale perché convinto che la redazione si trovasse ancora lì. Reagendo a questi eventi il presidente francese Emmanuel Macron, ha dichiarato a fine ottobre che avrebbe sempre consentito la pubblicazione di vignette come quelle di Charlie nel suo paese.

Le parole di Macron avevano scatenato dure reazioni da parte del mondo islamico: il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aveva definito le posizioni di Macron «degne di una perizia psichiatrica» mentre in diversi paesi islamici migliaia di persone erano scese in piazza chiedendo ai propri governi di boicottare i prodotti francesi. A distanza di pochi giorni dalle parole del presidente francese si erano verificati diversi attacchi terroristici in Francia tra cui quello di Nizza dove tre persone erano state uccise nei pressi di una chiesa. Inoltre a novembre quattro persone erano state uccise a Vienna da un attentatore appartenente e un gruppo estremista islamico.

La vignetta su Erdogan

In seguito le polemiche tra Erdogan e Macron a causa dei contenuti di Charlie, la rivista francese ha deciso di intervenire a modo suo pubblicando una vignetta in cui raffigurava il presidente turco in mutande scopriva il posteriore di una donna vestita con l’abito islamico. La Turchia aveva minacciato ritorsioni sia contro il giornale sia contro il governo francese.

© Riproduzione riservata