A Bruxelles l’accordo sui fondi all’Ucraina e sulla revisione del quadro finanziario pluriennale c’è.

Il bilancio in trappola

Arriva già a metà mattinata, tra i capi di stato e di governo europei riuniti per sciogliere gli ultimi nodi. Che l’accordo ci sia, significa anche che il premier ungherese ha dovuto ritrarre il suo veto.

C’era infatti Viktor Orbán a ostruire la strada verso i cinquanta miliardi.

Questo del primo febbraio si chiama Consiglio straordinario proprio perché non doveva esserci: è quando a metà dicembre i leader non hanno trovato l’accordo sul quadro finanziario, che hanno dovuto prevedere una appendice di incontro.

Serviva un via libera dei leader alla revisione del quadro finanziario pluriennale anche per poter aiutare con cinquanta miliardi l’Ucraina, ma anzitutto per le politiche comuni; la premier italiana ad esempio contava sui dieci miliardi previsti sul versante migratorio.

Sbloccare Orbán

A metà dicembre il premier ungherese aveva consentito, con una assenza concordata, il via libera ai negoziati per l’ingresso dell’Ucraina in Unione europea, ma non aveva sbloccato i soldi.

Negli ultimi giorni ci sono state pressioni da Bruxelles, e poi la sera prima del vertice ci sono stati incontri bilaterali con Orbán. La premier italiana Giorgia Meloni ha dialogato con lui nel suo hotel ieri sera tardi. Pare che anche Emmanuel Macron abbia fatto leva sul premier ungherese con un incontro a margine. 

Gli incontri coi leader hanno sbloccato un accordo finale.

Incontri a gruppetti

L'intesa è stata trovata prima dell'apertura ufficiale del Consiglio europeo, in un susseguirsi di riunioni ristrette a cominciare da quella tra Charles Michel, Ursula von der Leyen, il presidente francese, il cancelliere tedesco, i premier italiana e ungherese.

Poco dopo al tavolo si sono seduti i leader di Spagna, Polonia, Olanda, con la presenza ancora di Italia e Francia. Gli ultimi a visionare il testo sono stati i Baltici.

La formula pacificatrice

«Sulla base del rapporto annuale della Commissione sull'attuazione del pacchetto di aiuti per l'Ucraina, il Consiglio europeo terrà un dibattito annuale sull'attuazione stessa con l'obiettivo di dare una guida. Se necessario, fra due anni il Consiglio europeo inviterà la Commissione a presentare una proposta di revisione nel contesto della revisione del bilancio comunitario»: l’inserimento di questo paragrafo viene incontro alle richieste dell’Ungheria, che spingeva per poter rivedere periodicamente la decisione.

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