I ministri dell’Interno degli stati membri dell’Ue hanno raggiunto l'accordo sui regolamenti sui paesi d'origine sicuri e i paesi terzi sicuri. Ora il testo andrà negoziato con il parlamento europeo per arrivare all'approvazione definitiva.

Si sono dichiarati contrari Spagna, Grecia, Francia e Portogallo, la maggioranza qualificata è stata però raggiunta.

Il nuovo regolamento che rivede il concetto di paese terzo sicuro, si legge in una nota del Consiglio, amplierà le circostanze in cui una domanda di asilo può essere respinta per inammissibilità. Il Consiglio ha inoltre completato un importante elemento del Patto sulla migrazione e l’asilo del 2024, concordando il primo elenco comune dell’Ue di paesi d’origine sicuri, che consentirà agli Stati membri di trattare le domande di protezione internazionale in modo più rapido.

I nuovi paesi considerati “sicuri” sono Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. A chi proviene da questi paesi sarà applicata la procedura d’esame accelerata e la loro istanza potrà essere esaminata in un paese terzo in cui sono transitati. 

Le conseguenze pratiche

L’accordo ha anche un risvolto economico. I ministri hanno deliberato infatti anche sull'istituzione del pool di solidarietà annuale per il 2026, uno degli elementi principali del Patto Ue su migrazione e asilo e fornisce un sostegno efficace agli Stati membri sottoposti a pressione migratoria.

Le esigenze di solidarietà per il 2026 riflettono il fatto che il primo ciclo annuale di gestione delle migrazioni inizierà ad essere attuato a partire dal 12 giugno 2026. Il numero di riferimento per il pool di solidarietà 2026 è di 21mila ricollocamenti o altri sforzi di solidarietà, ovvero 420 milioni di euro di contributi finanziari.

Sulla base della valutazione dei criteri quantitativi e qualitativi stabiliti nel Patto, la Commissione europea ha concluso che Cipro, Grecia, Italia e Spagna sono sottoposti a pressione migratoria: questi paesi possono beneficiare delle misure di solidarietà del pool di solidarietà. 

Il commissario competente vede nell’accordo il primo passo verso la realizzazione di hub in paesi terzi. «Sono molto ottimista sul fatto che siamo in grado di trovare soluzioni e creare partnership con paesi terzi. E alcune di queste soluzioni possono essere realizzate già ora insieme tra diversi Stati membri europei. Questo ci permetterà di creare partenariati che siano interessanti sia per i Paesi terzi, sia per noi, al fine di sviluppare nuove procedure di asilo» ha detto Magnus Brunner. 

© Riproduzione riservata