- La lunga maratona negoziale convocata dall’Ue per chiudere l’accordo tra Serbia e Kosovo si conclude con un artificio diplomatico.
- L’intesa, concordata e non firmata, è il frutto di un compromesso al ribasso rispetto alla proposta «più ambiziosa e dettagliata» messa sul tavolo da Bruxelles.
- L’epilogo mostra la difficoltà per l’Ue di far leva sull’allargamento come fattore di attrazione dei Balcani nella casa comune europea.
Un accordo che non è un accordo. Un’intesa concordata, ma non firmata. La maratona negoziale nella città macedone di Ohrid che ha visto impegnati il presidente serbo, Aleksandar Vučić, e il premier del Kosovo, Albin Kurti, con la mediazione dell’Ue, si è conclusa con l’ennesimo artificio retorico dietro cui si cela l’impotenza dell’occidente a porre fine all’ultimo conflitto del Novecento in Europa. L’ostacolo serbo L’incontro era stato convocato dal capo della diplomazia europea, Josep Bor



