- Sono infuriati, gli abitanti di Debrecen. L’azienda cinese Catl, che produce batterie di nuova generazione, ha inaugurato il suo primo stabilimento tedesco e si prepara a colonizzare anche il territorio ungherese.
- Gli incontri con la cittadinanza si stanno rivelando a dir poco accesi: la popolazione locale punta il dito contro governo e azienda, al coro di «alljon meg! adesso basta!». L’esecutivo Orbán non si è limitato a dire sì a Pechino, ha anche stanziato fondi pubblici a beneficio dell’impianto.
- Mentre Bruxelles dipinge la Cina come antagonista, il fatto che Orbán continui a fare affari con Pechino può essere inteso come una riconferma della “eccezionalità” ungherese. Ma sarebbe un errore leggere l’accordo tra Ungheria e Cina senza considerare anche il ruolo della Germania.
«A chi appartiene il potere? Al popolo! Chi siamo? Il popolo! Potere a noi!». Sono infuriati, gli abitanti di Debrecen, che è la seconda città più popolosa d’Ungheria dopo Budapest. L’azienda cinese Catl, che produce batterie di nuova generazione, ha inaugurato ieri il suo primo stabilimento tedesco, ad Arnstadt, e si prepara a colonizzare anche il territorio ungherese. Ma gli incontri con la cittadinanza si stanno rivelando più coloriti e sfibranti delle peggiori assemblee condominiali: vecchi



