La Russia mercoledì ha annunciato una serie di controsanzioni contro 31 aziende energetiche occidentali, tra cui Gazprom Germania. Secondo Mosca, queste imprese saranno completamente escluse dal commercio di gas russo. La conseguenza è stata, a partire da questa mattina, un taglio nelle forniture di circa dieci milioni di metri cubi di gas al giorno, ma il ministro dell’Economia verde Robert Habeck ha detto durante una conferenza stampa che la riduzione non è ancora tanto grave da provocare un peggioramento della situazione di allerta già decisa da Berlino tempo fa. Le conseguenze saranno «circoscritte» ha detto. 

Secondo gli esperti citati dall’Handelsblatt, le controsanzioni mirerebbero a distruggere Gazprom Germania, ma non il commercio Germania-Russia nel complesso. 

Per la continuazione del commercio con Gazprom resta però da risolvere il problema del pagamento delle forniture, per cui Gazprom chiede ai paesi occidentali di istituire presso la Gazprombank un doppio conto, uno in valuta estera e l’altro in rubli. ll presidente del Consiglio italiano Mario Draghi durante una conferenza stampa a Washington ha riferito che un importante importatore tedesco avrebbe già aperto il conto in rubli e altre società sarebbero pronte a farlo.

La situazione tedesca

Habeck ha detto che la Germania è pronta a gestire le sanzioni. Attualmente i depositi di gas sono pieni al 39 per cento, l’obiettivo è quello di riempirli al 90 per cento entro il primo novembre. 

Il problema più impellente è che le controllate di Gazprom Germania, che in molti casi gestiscono depositi importanti dovranno acquistare il gas altrove, probabilmente a prezzi maggiori. In ogni caso, ha detto, il governo offrirà garanzie economiche alle aziende per sostenerle nelle trattative. 

Gazprom Germania, la filiale tedesca del gigante russo del gas, è stata commissariata a inizio aprile proprio per evitare che infrastrutture strategiche come i depositi di gas rimanessero in mano russa. 

Habeck ha anche riconosciuto esplicitamente che l’energia può essere utilizzata come un’arma. Per essere al sicuro in futuro, per la Germania l’unica soluzione sarebbe dunque lo sviluppo delle fonti rinnovabili. 

La Russia nelle ultime ore ha anche tagliato definitivamente anche il gas che transitava dalla Polonia: il paese non viene rifornito più di gas già da settimane dopo che Varsavia si è rifiutata di pagare i conti con Gazprom in rubli come richiesto dal Cremlino. La chiusura di Yamal, che arriva in Germania, ha fatto aumentare i prezzi del gas anche nel resto d’Europa.

Le previsioni

Habeck ha specificato anche che a questo punto appare probabile che la Germania possa gestire già il prossimo inverno un boicottaggio del gas russo. 

«Se a fine anno riusciremo ad avere i depositi pieni, due rigassificatori galleggianti già operativi e avremo ridotto il nostro consumo d’energia, saremo in grado di superare l’inverno anche senza il gas russo» ha detto il ministro al settimanale economico Wirtschaftswoche. 

Per evitare situazioni complicate, dice Habeck, bisognerebbe arrivare a ridurre il consumo di famiglie e aziende del 10 per cento nei prossimi due anni. La Germania sta portando a termine il noleggio di quattro rigassificatori galleggianti: due sarebbero capaci di sostituire un quarto della fornitura di gas russo che Berlino attualmente acquista, ma i prezzi del gas resterebbero comunque molto alti. 

In base agli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Economia, la dipendenze tedesca dal gas russo resta ancora al 35 per cento, in discesa dal 55 per cento dall’inizio del conflitto. Entro estate 2024 si mette in conto una riduzione al 10 per cento. 

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