Respingimenti alla frontiera dall’Albania alla Grecia, trattamenti inumani e degradanti a danno dei migranti per mano della polizia albanese, morti sospette all’interno dei centri temporanei di accoglienza situati nel sud del paese. Sono solo alcune delle denunce contenute in un documento scritto da un membro dello staff di Frontex, l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere, e inviato il 16 febbraio del 2023 al Fundamental Rights Office (Fro). L’ufficio ha il compito di monitorare che i dipendenti di Frontex rispettino i diritti fondamentali delle persone durante il loro operato.

Domani è riuscito a ottenere, tramite un accesso agli atti, il report di un’indagine interna condotta dal Fro il 30 ottobre del 2023 sulla base della segnalazione pervenuta da un dipendente di Frontex. Nel documento emergono una serie di violazioni e abusi, in presenza di agenti di Frontex, nei confronti dei migranti, avvenuti tra il dicembre 2022 e il gennaio 2023 per mano della polizia albanese, la stessa che avrà il compito di gestire la sicurezza esterna dei centri che il governo Meloni sta costruendo in Albania, per trattenere i migranti soccorsi dalle motovedette italiane in acque internazionali.

Non solo. In base alle carte visionate da Domani, gli stessi agenti di Frontex avranno a disposizione un ufficio nel centro italiano di Shëngjin – sulla costa, a 70 chilometri a nord di Tirana – che sarà destinato all’identificazione e al fotosegnalamento dei migranti. L’accordo tra Meloni e Rama, tra l’altro, potrebbe diventare un nuovo modello di esternalizzazione delle frontiere dopo l’approvazione al parlamento europeo nei giorni scorsi del nuovo Patto sui migranti, che sposta l’asse politico europeo sempre più a destra.

Il report sensibile

Di certo c’è che, come emerge dai documenti di Frontex, il paese scelto da Meloni mostra una serie di criticità nella gestione dei migranti che sollevano questioni rilevanti di tutela dei diritti umani.

Il whistleblower dell’Agenzia europea ha denunciato, si legge nel report, «molteplici respingimenti al confine greco-albanese, di cui il personale di Frontex è a conoscenza ma che non vengono sistematicamente riferiti all’ufficio o alla catena di comando». Ha ammesso di aver assistito ai «maltrattamenti di migranti da parte di agenti di polizia albanesi anche con percosse o la rimozione forzata delle scarpe e mantenimento dei migranti a piedi nudi al freddo».

Infine, ha denunciato anche «presunti decessi di migranti presso il centro di registrazione e alloggio temporaneo di omissis, non segnalati come tali dalle autorità nazionali». Quest’ultimo è il dato più inquietante ma sul quale è difficile indagare, dato che il luogo del centro menzionato è stato coperto da omissis dalla stessa Frontex.

Il 18 maggio del 2023 sono state ascoltate le autorità albanesi, che hanno negato ogni tipo di coinvolgimento nelle violazioni. Hanno escluso anche che siano stati registrati decessi all’interno delle loro strutture di accoglienza. Anche lo staff di Frontex dislocato nell’area ha negato le accuse.

L’indagine del Fro, quindi, si è risolta in un nulla di fatto. Ma spiega che all’ufficio sono arrivate altre segnalazioni sui respingimenti, facendo presupporre che non siano casi isolati. Inoltre, non si possono dimostrare i maltrattamenti delle forze di polizia albanesi e i decessi nei centri «non possono essere confermati», tuttavia – si legge nel report – «la persona che ha effettuato la segnalazione ha descritto di aver visto personalmente i cadaveri in modo credibile e dettagliato, facendo sorgere il dubbio all’ufficio sul fatto che non ci siano mai stati morti nel centro, come sostenuto dalle autorità».

Frontex in Albania

L’Albania è stato il primo paese non membro dell’Ue con cui Frontex ha firmato nel 2018 un accordo per il controllo delle frontiere e la gestione dell’immigrazione irregolare. Frontex ha messo a disposizione di Tirana 132 agenti e un aereo che pattuglia i mari Adriatico e Ionio. Ma il suo operato è molto opaco, lo dimostrano le inchieste giornalistiche e i documenti del Fro che in alcuni casi vedono coinvolti i membri di Frontex in prima persona, mentre in altri sono compiacenti con le autorità albanesi.

In un episodio del 4 giugno 2022, un agente di Frontex ha accusato un collega di aver agito in un modo «non professionale e inumano»: ha intercettato due migranti in territorio albanese e li ha «appesi fuori dal suo veicolo e trasportati in quella posizione», si legge nel report. Alla domanda sul perché mettesse le loro vite in pericolo, l’agente ha riso e risposto: «Sono dei cazzo di migranti».

Lo stesso agente avrebbe poi detto di non avere paura di ritorsioni perché aveva buoni contatti nel quartier generale dell’Agenzia a Varsavia. Le accuse sono state considerate plausibili dal Fro, il quale ha concluso che «i migranti sono stati trasportati dalla persona interessata (l’agente, ndr) in un modo che li ha messi a rischio». Ma nessun provvedimento è stato preso.

È di pochi giorni prima un’altra segnalazione su un potenziale uso eccessivo della forza da parte di un agente albanese e un agente di Frontex durante l’intercettazione di un gruppo di 14 migranti entrati in Albania. Quando sono stati fermati dagli agenti, i migranti hanno raccontato di aver già provato a oltrepassare il confine, ma di essere stati respinti e rimandati in Grecia dalla polizia albanese. A quel punto l’agente albanese avrebbe colpito i migranti a calci.

Tutto questo alla presenza di un agente Frontex che ha dichiarato in un secondo momento di essere stato distratto dalla conta delle persone ma di aver appreso del possibile calcio in una chiamata telefonica con un collega dell’agenzia, il quale gli aveva chiesto di riferire all’omologo albanese di smettere di picchiare i migranti.

Segnalazioni di questo tipo sono dozzine ogni anno, la maggior parte riguardano respingimenti collettivi verso la Grecia. Negli atti letti da Domani in un caso sarebbe stato anche coinvolto un dipendente di Frontex che avrebbe assistito a un respingimento. È sufficiente la parola della polizia albanese che nega le accuse per concludere i report con raccomandazioni che chiedono genericamente il rispetto del diritto europeo.

Contattata da Domani, Frontex non ha risposto alle nostre domande. Ai suoi agenti, Bruxelles ha voluto garantire protezione e impunità. Nell’accordo firmato nel 2018 con l’Albania viene, infatti, assicurata allo staff l’immunità in territorio albanese durante il loro operato.

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