Il giorno dopo le nuove minacce di Donald Trump, che risponde alla multa da 2,95 miliardi inflitta da Bruxelles a Google ventilando l’ipotesi di nuovi dazi contro «un’azione discriminatoria» da parte dell’Ue, dal Forum di Cernobbio una risposta netta e punto per punto è arrivata direttamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il messaggio 

Nel videomessaggio da quasi sette minuti trasmesso in apertura della seconda giornata del Forum, Mattarella ha posto l’accento sul ruolo dell’Unione europea nello scenario globale: «Il mondo ha bisogno dell’Europa» è il fulcro del messaggio del capo dello Stato.

Uno dei compiti dell’Ue, ad esempio, sarebbe quello di elaborare «regole che riconducano al bene comune lo straripante peso delle corporazioni globali», che Mattarella definisce «quasi nuove Compagnie delle Indie», le quali «si arrogano l’assunzione di poteri che si pretende che stati e organizzazioni internazionali non abbiano a esercitare».

Per il capo dello Stato, «le democrazie dell’Europa sono capaci di trovare in sé motivazioni e iniziative per non soccombere alla favola di una superiorità dei regimi autocratici», un passaggio che sembra rimandare anche alla discussa parata militare in Cina che ha radunato anche i leader di Russia e Corea del Nord.

Ma Mattarella non ne ha solo per i “rivali” geopolitici, bensì anche per gli alleati, non sempre all’altezza di tale definizione: «Come è possibile, su queste basi, che l’Europa oggi venga considerata da alcuni un ostacolo, un avversario se non un nemico?», ha affermato il presidente, ricordando come l’Ue, affermatasi come «un’area di pace e di cooperazione capace di proiettare i suoi valori oltre i suoi confini», non abbia «mai scatenato un conflitto, mai avviato uno scontro commerciale». Chiaro riferimento all’amministrazione statunitense di Donald Trump.

Un appello, infine, Mattarella lo ha inviato in chiusura anche ai decisori negli Stati membri e a Bruxelles, affinché l’integrazione europea compia decisi passi in avanti: «C’è bisogno di istituzioni europee più forti, di volontà di governi capaci di non arrendersi a pericoli e regressioni che non sono ineluttabili. (…) La difesa della civiltà europea – tutt’uno con lo sviluppo della sua società e della sua economia – richiede il coraggio di un salto in avanti verso l’unità», ha concluso il capo dello Stato.

Un tono molto diverso si è trovato invece nelle parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Intervistato dalla giornalista Maria Bartiromo di Fox News, sempre nell’ambito del Forum Ambrosetti, il vicepremier ha detto che «mettere l’America contro l’Europa e l’Europa contro l’America è un errore enorme. Siamo due facce della stessa medaglia. Se vogliamo proteggere i nostri cittadini, dobbiamo lavorare insieme».

La minaccia russa

Ma il discorso di Mattarella non è stato l’unico momento della seconda giornata del Forum con al centro i temi europei. Dopo di lui è intervenuto il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, in un discorso che si è soffermato non solo sullo stato dell’economia europea, ma anche sulla guerra in Ucraina e sulla minaccia russa per l’Europa. «Siamo consapevoli che le ambizioni espansionistiche della Russia vanno oltre l’Ucraina», ha affermato Dombrovskis, secondo cui però «oggi l’Europa conserva ogni vantaggio sulla Russia in termini di peso economico, tecnologia e popolazione.

La priorità ora è sfruttare questi vantaggi ricostruendo le capacità difensive dell’Europa e sviluppando la nostra industria della difesa», tema su cui il commissario ha insistito sulla necessità di «investire di più, meglio e insieme per massimizzare le economie di scala e l’impatto di ulteriori investimenti nella difesa».

Riguardo all’economia, Dombrovskis è stato molto chiaro parlando di «minacce alla prosperità» che sono «reali»: «Dobbiamo riconoscere che le imprese dell’Ue sono soggette a troppe norme complesse e che gli oneri amministrativi eccessivi frenano la nostra economia. Dobbiamo essere determinati nell’abbattere le barriere e nell’applicare le leggi per sbloccare il mercato unico», ha affermato il commissario, ribadendo inoltre l’urgenza di completare un’unione dei mercati dei capitali «al fine di convogliare meglio i risparmi delle famiglie – stimati in 10.000 miliardi di euro – verso investimenti produttivi».

Le parole di Gentiloni 

Presenti a Cernobbio anche il vicepresidente della Commissione europea con delega alla Coesione, Raffaele Fitto, secondo cui l’accordo ottenuto dall’Ue con gli Usa sui dazi è «tra i migliori» rispetto agli altri partner che hanno trattato con Washington e per il quale «l’implementazione (…) potrebbe ulteriormente migliorare questo tipo di lavoro»; e il suo predecessore a Bruxelles, l’ex premier e commissario Ue, Paolo Gentiloni, che si è tenuto su una nota più ottimista definendo la situazione economica europea «abbastanza incoraggiante» grazie a dati positivi come «quelli sull’inflazione, sul lavoro, qualche segnale di ripresa dell’industria». 

 Gentiloni ha però anche definito «evidentissimo» il giudizio espresso da Mario Draghi qualche settimana fa sull’evaporazione dell’illusione del potere geopolitico dell’Europa: «In questo momento, anche se sei una superpotenza commerciale, e l’Europa è una superpotenza commerciale, se non sei in grado di esercitare un ruolo globale sul piano geopolitico, quindi sul piano della difesa e della politica estera, questa tua forza economica è soggetta a mille tensioni», ha dichiarato, richiamando le parole di quello che fu il capo di gabinetto a Palazzo Berlaymont di Jacques Delors, Pascal Lamy: «Non possiamo essere gli unici erbivori in un mondo di carnivori».

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