- Meloni può vantare un nuovo sostenitore della sua linea sui migranti che porterà al Consiglio europeo straordinario di metà mese, mentre Scholz ha portato a casa un’apertura della premier italiana sul suo piano di rivedere le regole per gli aiuti di stato in Europa.
- Sull’intesa diplomatica, che avrebbe potuto sfruttare la momentanea distanza di Parigi sia da Berlino che da Roma, invece alla fine è prevalsa la linea attendista del governo italiano.
- La premier è in cerca di alleati in Europa, una missione che si sposa bene con toni felpati e autosmentite, come quella sul fatto di essere «allergica alla Germania», come aveva detto a Libero nel 2019.
«Ci lavoreremo». La risposta di Giorgia Meloni alla domanda di un cronista tedesco sul Piano d’azione, il trattato che secondo i piani di Mario Draghi e Olaf Scholz avrebbe dovuto avvicinare Italia e Germania, è piuttosto sbrigativa. Poco più loquace il cancelliere, che ha liquidato la domanda con la promessa di voler «chiudere in fretta» la questione e quindi procedere con i passi necessari a livello diplomatico. Il bilancio del primo viaggio bilaterale europeo di Meloni (con eccezione dell



