Il neocancelliere è volato a Parigi per inaugurare il suo mandato: l’allineamento con il principale partner di Berlino è essenziale nell’agenda di politica estera che ha in mente Merz e gli serve per acquisire peso e credibilità, sul piano geopolitico come su quello interno
«Daremo nuovo slancio alla collaborazione francotedesco e svilupperemo nuovi formati». Il primo appuntamento di Friedrich Merz all’indomani della sua conferma come cancelliere al Bundestag è, come da tradizione, a Parigi. L’incontro con Emmanuel Macron è il simbolo tangibile della volontà del nuovo cancelliere di ridare vita al motore francotedesco, fermo da troppo tempo per le incomprensioni tra Macron e Olaf Scholz e i “flirt” geopolitici di Berlino e Parigi fuori dalla coppia di fatto che da decenni è il centro dell’Europa. Soprattutto l’interventismo di Macron ha segnato un disallineamento a cui ora Merz vuole porre rimedio. Il rapporto personale è più che buono, e il nuovo cancelliere ha un legame più stretto con la Francia, paese in cui ha passato anche una parte della sua gioventù per ragioni di studio.
Difesa e Ucraina
Nel focus della conferenza stampa successiva all’incontro la difesa. Per «mettere termine» alla guerra in Ucraina Merz ha annunciato di essere disposto a «sorvegliare» un eventuale cessate il fuoco che si prolunghi oltre la tregua proposta da Vladimir Putin per la celebrazione della sconfitta della Germania nazista.
La palla – spiegano i due capi di governo – ora è nel campo di Mosca, che deve decidere se è disposta ad accettare le proposte di Ucraina, Unione europea e Stati Uniti. «Oltre i tre giorni promessi e che non saranno verosimilmente rispettati, come i precedenti, il presidente russo è finalmente serio? Decide finalmente di rispettare la parola data e soprattutto data nei colloqui con l'amministrazione americana? È questo che ci interessa» ha detto Macron.
«La guerra in Ucraina non finirà senza un maggiore coinvolgimento politico e militare degli Usa» ha continuato Merz, aggiungendo che «come europei siamo pronti a contribuire». Ma, ha avvertito, «sappiamo che abbiamo bisogno degli americani in avvenire. Lo dico chiaramente» ai partner Usa «ogni volta che ho occasione di parlarci. Vogliamo che gli Stati Uniti restino impegnati». Il cancelliere ha detto anche che si recherà a Kiev nelle prossime settimane: non sarebbe da escludere che i due capi di governo visitino Volodymyr Zelensky – che ha già espresso altissime aspettative nei confronti di Berlino – in un viaggio comune.
«Il presidente Emmanuel Macron e io abbiamo concordato di rafforzare ulteriormente il Consiglio di Difesa e Sicurezza franco-tedesco. Vogliamo coordinare ulteriormente il nostro sostegno all'Ucraina in futuro» ha detto il cancelliere.
I due hanno anche ribadito di voler collaborare in maniera più sistematica sulla difesa, argomento su cui sono anche disposti a «esplorare nuovi formati». Uno su tutti, la grande passione di Merz, il Triangolo di Weimar: non è un caso che dopo Parigi è diretto a Varsavia per incontrare Donald Tusk. «Abbiamo concordato di rafforzare la nostra programmazione nazionale di difesa e allo stesso modo armonizzare i nostri progetti di acquisizione» ha detto Merz.
Il nuovo cancelliere è entrato anche nel merito del progetto di Macron di allargare l’ombrello nucleare al resto d’Europa: un argomento di cui il cancelliere ha detto di voler «parlare con la Francia e il Regno Unito» e della «dissuasione» nucleare, ma sempre in maniera integrativa rispetto alla protezione già garantita dalla Nato.
Il programma di Merz
I due hanno discusso anche di Gaza e dell’agenda in termini di politica commerciale. Ci sono ancora questioni da discutere, come il Mercosur, che a Merz piace – l’ha detto anche in conferenza stampa – e a Macron meno, ma la speranza a Berlino è che si riesca a fare fronte comune, come per quanto riguarda la questione dei dazi. Il medio oriente preoccupa entrambi, anche Berlino, tradizionalmente vicina al governo israeliano, raccomanda «che l’impegno umanitario» di Tel Aviv venga preso «maggiormente in considerazione». Macron, dal canto suo, parla della «situazione più critica che abbiamo mai visto» e bolla come «inaccettabili» i piani di spostamento della popolazione gazawi.
È il primo passo di Merz, che ha in mente di investire molte energie sul fronte della politica estera, che da tempo non era più presidiata dai cristianodemocratici. Al suo fianco c’è il fedelissimo nuovo ministro degli Esteri Johann Wadephul, e il programma è decisamente vasto. Quel che è certo è che i due sono allineatissimi: difficile dunque che si possano ripetere conflitti, spesso vissuti in pubblico, tra cancelleria e ministero degli Esteri come si sono visti durante il governo Semaforo tra Scholz e Annalena Baerbock. Merz ha anche intenzione di introdurre un consiglio di sicurezza nazionale, un organismo in discussione da anni, ma che nessun cancelliere ha mai implementato ancora.
Ma la chiave di volta della visione merziana della politica estera è senz’altro il rapporto con Parigi: già stamani i due capi di governo avevano pubblicato un editoriale cofirmato su Le Figaro in cui annunciano di voler sfruttare «al massimo il coordinamento e il meccanismo franco-tedesco per rendere l'Europa più sovrana, mettendo l'accento sulla sicurezza, la competitività e la convergenza». In programma per i prossimi giorni, oltre al viaggio a Varsavia e Kiev, c’è ovviamente una trasferta bruxellese, ma anche e soprattutto una chiamata a Washington, dove siede un’amministrazione che ha apertamente sostenuto la spina nel fianco di Merz, gli estremisti di AfD.
Per il neocancelliere, dopo il debutto in salita al Bundestag, dove ha avuto bisogno di due votazioni per farsi confermare nel ruolo, è essenziale guadagnare il prima possibile uno standing internazionale che durante gli anni di Scholz era mancato. Merz si è già portato avanti iniziando missioni e confronti già all’indomani della sua elezione:
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