Le nuove misure hanno ottenuto un primo via libera dai rappresentanti permanenti e saranno adottato definitivamente dal Consiglio Affari generali. Si tratta del 18esimo pacchetto di sanzioni economiche. Kallas: «Continueremo ad aumentare i costi, quindi fermare l'aggressione diventa l'unica via percorribile per Mosca»
Dopo giorni di trattative intense a Bruxelles, i 27 Stati membri hanno raggiunto l’accordo per adottare il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. La Slovacchia ha ritirato il suo veto, come annunciato dal premier Rober Fico.
Le nuove misure hanno ottenuto un primo via libera dai rappresentanti permanenti e saranno adottato definitivamente dal Consiglio Affari generali nel corso della giornata odierna del 18 luglio. Le sanzioni colpiranno vari settori da quello energetico a quello finanziario passando per anche quello commerciale. E soprattutto, i paesi membri hanno trovato un accordo sull’introduzione di un price cap al petrolio russo del 15 per cento inferiore rispetto al prezzo medio di mercato.
Cosa prevedono le sanzioni
Il nuovo pacchetto di sanzioni economiche, quindi, introduce un nuovo meccanismo dinamico di price cap al greggio russo che fisserà il prezzo del 15 per cento. Nello specifico, ciò significa che il prezzo sarà ridotto da 60 centesimi di dollari a circa 47,6 dollari al barile. Prevede poi un nuovo divieto di transazione relativo a Nord Stream 1 e 2, anche per la fornitura di beni o servizi, impedendo così il completamento, la manutenzione, l'esercizio e qualsiasi futuro utilizzo degli oleodotti (che non sono operativi dal 2022).
Altre 105 navi sono state inserite nell’elenco soggetto al divieto di accesso a porti e chiuse e di trasferimenti da nave a nave, portando l’attuale numero di imbarcazioni elencate a oltre 400.
Le misure estendono, inoltre, l’attuale divieto di de-SWIFTing a un divieto totale di transazione e introducono divieti di esportazione verso la Russia per limitare l’accesso alle tecnologie a duplice uso/avanzate, comprese le macchine Cnc utilizzate nel sistema militare-industriale e presenti nell'industria che produce missili Iskander.
Viene introdotto anche un divieto di transazione sul Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (Rdif), sui suoi investimenti e sugli istituti finanziari che li sostengono, per limitare ulteriormente l’accesso di Mosca ai mercati finanziari globali e alla valuta estera.
L’altra principale sanzioni relative all’energia riguardano il divieto di importazione di prodotti petroliferi raffinati ottenuti da petrolio greggio russo ottenuto in qualsiasi Paese terzo (ad eccezione di Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Svizzera). Questo mira a evitare alla Russia le esportazioni indirette di petrolio greggio utilizzato per scopi di raffinazione.
Vengono identificate e colpite anche entità terze che aiutano Mosca a eludere le sanzioni. Nello specifico, sono state elencate una serie di aziende che forniscono supporto diretto o indiretto al complesso militare-industriale russo: 26 nuovi elenchi, di cui 11 in paesi terzi diversi dalla Russia (7 in Cina, di cui 3 a Hong Kong, e 4 in Turchia).
Le misure, infine, aggiungono ulteriori articoli alle merci soggette a divieto di esportazione, tra cui macchinari, prodotti chimici, alcuni metalli e materie plastiche.
Reazioni
«Restiamo fermi. L’Ue ha appena approvato uno dei pacchetti di sanzioni più severi contro la Russia fino ad oggi. Stiamo tagliando ulteriormente il bilancio bellico del Cremlino, prendendo di mira altre 105 navi della flotta ombra, i loro complici, e limitando l'accesso delle banche russe ai finanziamenti», ha scritto su su X l’Alta rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas.
«I gasdotti Nord Stream saranno vietati. Un tetto massimo più basso al prezzo del petrolio. Stiamo esercitando maggiore pressione sull'industria militare russa, sulle banche cinesi che consentono l'elusione delle sanzioni e bloccando le esportazioni di tecnologia utilizzata nei droni. Per la prima volta, stiamo designando un registro di bandiera e la più grande raffineria Rosneft in India», precisa.
«Le nostre sanzioni colpiscono anche coloro che indottrinano i bambini ucraini. Continueremo ad aumentare i costi, quindi fermare l'aggressione diventa l'unica via percorribile per Mosca», conclude Kallas.
Soddisfazione anche da parte della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «Accolgo con favore l'accordo sul nostro 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia – ha scritto sui suoi profili social – Stiamo colpendo il cuore della macchina da guerra russa. Prendendo di mira i settori bancario, energetico e militare-industriale e includendo un nuovo tetto dinamico al prezzo del petrolio. La pressione è alta. Resterà in vigore finché Putin non porrà fine a questa guerra. Grazie alla presidenza danese per questo primo successo».
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