Martedì scorso Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, ha criticato l'ala governista che fa capo a Luigi Di Maio, accusandola di interessarsi più di nomine e cemento che di attuare il programma ecologista. Intervenendo a una conferenza stampa del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il comico ha offerto la consueta miscela di follia e ragionevolezza, rimarcando che la pandemia è una grande occasione per la rivoluzione verde. "Questo è il momento, straordinario anche nella sofferenza, e invece sento che in Parlamento si parla solo di nomine, uno affronta un argomento perché ha già uno da metterci dentro".

Con chi ce l'aveva? Con tutti, ovviamente, con "la sinistra che ha poche idee e la destra che non ne ha", ma anche con i suoi. Infatti poco dopo ha rincarato: "Lo Stato dev'essere una buona cosa, deve dare le linea guida delle cose da fare, dalla sanità alla scuola, dalle infrastrutture alle telecomunicazioni, insomma ci vuole una visione, perché se noi andiamo lì a metterci le nostre visioncine per metterci poi l'amministratore che amministra le nostre visioncine non andiamo da nessuna parte. E' una critica che faccio a tutti, non solo a noi, il sistema dev'essere aperto. Ci sono 500 progetti e nessuno sa niente, ma che cos'è? I cittadini non possono sapere niente di che cosa stiamo progettando, sennò c'è il caos?

Si vuole aumentare il Pil, fare strade, autostrade, ponti, di nuovo cantieri e cantieri, dicono: liberalizziamo i cantieri. Liberalizza i cantieri e vedrai il casino che succede". Il decreto che ha liberalizzato i cantieri è stato firmato nella primavera 2019 dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S).

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