L’ex ministra lascia l’incarico di rettrice. Prima di lei si era dimesso Stefano Sannino, ex direttore generale presso la Commissione europea per il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo. Entrambi devono difendersi dalle accuse di frode e corruzione negli appalti, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale
Il «College gate» ha fatto la sua seconda vittima. La rettrice del prestigioso Collegio d’Europa, Federica Mogherini, si è dimessa dal suo incarico. Il 3 dicembre era stato il turno di Stefano Sannino, ormai ex direttore generale presso la Commissione europea per il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo.
Entrambi sono stati interrogati e poi formalmente indagati dalla polizia belga martedì 2 dicembre per presunte appropriazioni indebite di fondi europei. Con loro anche Cesare Zegretti, italo-belga e co-direttore dell’Ufficio executive education, training and projects del Collegio da gennaio 2022. Tutti e tre sono stati rilasciati nelle prime ore del 3 dicembre dopo aver ricevuto la notifica formale delle accuse: frode e corruzione negli appalti, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
«In linea con il massimo rigore e la massima correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti, ho deciso oggi di dimettermi dall’incarico». È quanto si legge nel comunicato di Mogherini pubblicato sul sito della scuola di formazione e mandato per mail anche allo staff e agli studenti.
«Sono certa che la comunità del Collegio nei nostri tre campus continuerà il percorso di innovazione ed eccellenza che abbiamo tracciato insieme in questi ultimi cinque meravigliosi anni. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato insieme e sono profondamente grata per la fiducia, la stima e il sostegno». Mogherini, proprio come Sannino, ha scelto di dimettersi pur dichiarandosi innocente.
Gli interrogatori dei tre indagati verranno analizzati insieme ad alcuni dispositivi elettronici e documentazioni raccolte durante le perquisizioni fatte dalla polizia belga nella mattina del 2 dicembre. Tra gli edifici sottoposti a controlli, oltre al Collegio d’Europa, alcune abitazioni private degli accusati e gli uffici del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) a Bruxelles. L’indagine è stata affidata a un giudice istruttore delle Fiandre occidentali.
Il bando pubblico
Le indagini della procura europea (Eppo) si concentrano sull’organizzazione da parte del Collegio d’Europa, di cui Mogherini è stata rettrice dal 2020, dell’Accademia diplomatica dell’Unione europea. Si tratta di un corso di alta formazione per 50 giovani diplomatici comunitari della durata di nove mesi e assegnato con una gara di appalto pubblica al Collegio tra il 2021 e il 2022.
La gara è stata gestita dal Seae, di cui Sannino è stato direttore dall’inizio del 2021 fino alla fine del 2024. Per i pubblici ministeri, l’ente avrebbe favorito il Collegio violando le regole della gara di appalto e fornendo alla prestigiosa scuola di Bruges informazioni utili per partecipare. Tra queste i criteri di selezione e i requisiti richiesti.
Al centro delle indagini c’è l’acquisto di un edificio per 3,2 milioni di euro da parte del Collegio e fatto agli inizi del 2022. Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti si tratterebbe di un’operazione motivata dalla conoscenza dei criteri necessari per aggiudicarsi la gara, ovvero possedere un dormitorio per gli studenti dell’Accademia. Per tutti questi motivi, l’ipotesi è che sia stato violato l’articolo 169 del regolamento finanziario relativo alla concorrenza leale.
Il Collegio e Mogherini
Pur non essendo un’istituzione dell’Unione, il Collegio d’Europa ha forti legami con Bruxelles. Nelle sue aule vengono formati giovani laureati che vogliono intraprendere la carriera da funzionari europei.
Prima di essere rettrice della prestigiosa scuola di formazione, Mogherini ha avuto una lunga carriera nelle istituzioni comunitarie e italiane. Tra il 2014 e il 2019 è stata vicepresidente della Commissione europea e Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione. Ancora prima è stata una deputata in Italia per il Partito democratico e ministra degli Esteri per pochi mesi nel 2014 durante il governo Renzi. Quello da cui si è dimessa era il suo secondo mandato come rettrice del Collegio, incarico, almeno sulla carta, di cinque anni e iniziato a settembre.
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