Il caso di Alfredo Cospito, anarchico detenuto al 41 bis, se da un lato polarizza il dibattito politico favorendo uno scontro muro contro muro, dall’altro deve fare i conti con i sentimenti contrastanti di un paese dove non mancano certo posizioni giustizialiste.

Il tema del bisogno di ordine e disciplina è un refrain che riecheggia spesso quando si interrogano gli italiani. Il 56 per cento delle persone avverte l’esigenza che in Italia si affermino maggiormente proprio questi valori, specie nei ceti popolari (63 per cento) e nel nord est (60 per cento).

Anzi, per il 70 per cento degli italiani, l’obbedienza e il rispetto per l’autorità sono i valori più importanti che i bambini dovrebbero imparare e che i genitori dovrebbero insegnare.

Per il 63 per cento dell’opinione pubblica, inoltre, nel nostro paese non è necessario battersi per incrementare i diritti civili, ma occorre un maggior impegno su legge o ordine. Su questa linea sono schierati maggiormente il ceto medio basso (67 per cento), gli over cinquanta (70 per cento) e i residenti nel nord ovest (69 per cento).

Sindrome del giustiziere

Nelle viscere della società italiana troviamo anche alcuni elementi che riecheggiano la sindrome del giustiziere. Per il 46 per cento degli italiani è necessario farsi giustizia da sé, perché il sistema giudiziario non funziona e i ladri e i criminali vanno in giro liberi.

Un dato che si avvicina al 59 per cento tra i ceti popolari e oltre il sessanta per centro tra gli elettori di Fratelli d’Italia e della Lega. Il 68 per cento degli italiani, per di più, ritiene assolutamente giusto e legittimo difendersi da soli se un ladro entra in casa o in un negozio, anche a rischio di uccidere il reo.

L’accordo su questo argomento coinvolge il 66 per cento delle persone di età compresa tra i 31 e i 50 anni, dei residenti nel nord ovest e nelle isole, nonché quasi il settanta per cento di astensionisti e indecisi su quale partito votare (oltre, ovviamente, il 68 per cento delle basi elettorali di Fdi e Lega).

Il dato tocca, anche se in forma minoritaria, una parte dell’elettorato di centrosinistra: il 46 per cento degli elettori del Pd e il 43 per cento di quelli di Matteo Renzi e Carlo Calenda.

Sul crinale tra civismo e interventismo sostitutivo alle autorità, si muove il 63 per cento delle persone che si arrabbiano e si sentono legittimate a intervenire direttamente se vedono una persona che non rispetta le norme. Si tratta in particolare di soggetti di età superiore ai cinquant’anni, elettori all’81 per cento della Lega, al 74 per cento di Forza Italia e al 68 per cento di FdI.

Anche in questo caso il dato è leggermente più basso nelle altre aree politiche, con il 49 per cento di interventisti tra i supporter di Azione e Italia viva.

Leader forti

Insieme alle spinte da sindrome del giustiziere possiamo riscontrare altri sintomi che mostrano un quadro accondiscendente verso posizioni autoritarie come, ad esempio, il bisogno o l’auspicio di trovare un leader politico forte e determinato, in grado di spazzare via tutte le cose che non vanno nel nostro paese (59 per cento). Un’esigenza avvertita in particolare dal 64 per cento di donne e di trenta-cinquantenni, dal 66 per cento dei ceti popolari e dal 63 per cento dei residenti nel nord ovest.

Nelle profondità dell’Italia appare maggioritario un certo spirito convenzionalistico. Il 59 per cento degli italiani ritiene che sia meglio essere virtuosi e obbedire alle leggi piuttosto che mettere sempre in discussione le fondamenta della nostra società. Ne sono convinti, soprattutto, gli uomini e gli over cinquantenni (65 per cento), nonché i residenti nel nord ovest. Maggiormente anticonvenzionali risultano, invece, le donne e i giovani.

Le pulsioni autoritarie e la sindrome del giustiziere, come hanno mostrato molti studi, anche recenti, sono una delle possibili risposte all’ansia provocata dalla percezione che la propria realtà, la propria esistenza, stia perdendo stabilità.

Tale reazione è tanto più forte quanto maggiore è il bisogno dell’individuo di vivere in un contesto stabile e ordinato. La polifonia delle crisi cui sono sottoposte le persone in questi anni (Covid, guerra, inflazione, rischio posto di lavoro, clima ecc.), alimenta la sensazione di non riuscire a vedere una via d’uscita e il 54 per cento è alla ricerca di calma e tranquillità.

Un humus in cui possono facilmente far breccia le sirene dei partiti conservatori, ma anche le istanze di chi apprezza, nella politica e nei suoi leader, modelli dirigisti.

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