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Il ministro ha respinto il ricorso per la revoca il carcere duro all’anarchico. Per farlo non considerato il parere dell’Antimafia, secondo cui per Cospito è idoneo anche il regime dell’alta sorveglianza e non per forza il 41 bis
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Tradotto: Nordio aveva l’appiglio giuridico per scegliere diversamente e spostare Cospito in un regime di detenzione diverso, con conseguente interruzione dello sciopero della fame.
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Pur senza la copertura politica di un consiglio dei ministri e distanziandosi anche dall’orientamento dell’Antimafia, Nordio ha preso una scelta ampiamente attesa, che però ora pesa solo su di lui.
Il ministero della Giustizia ha detto no alla modifica del regime di carcere duro per l’anarchico Alfredo Cospito. Il detenuto, in sciopero della fame da 111 giorni, può ora sperare solo nella Cassazione, all’udienza del 24 febbraio. Con questa decisione il guardasigilli Carlo Nordio ha caricato il suo dicastero di tutto il peso del caso, a maggior ragione se Cospito porterà la sua protesta alle estreme conseguenze. Politicamente, la scelta era scontata. Tutta la maggioranza e soprattutto la



