La amministrative e il voto per il referendum sulla giustizia sono state segnate da disguidi e ritardi. A Palermo, una delle città dove il voto è carico di significato dopo i recenti arresti di due candidati al consiglio, la giornata si è aperta con 50 sezioni non operative su seicento.

Il caos è andato avanti a lungo. Intorno a mezzogiorno, il ministero dell’Interno riferisce alle agenzie che a Palermo sono stati nominati e si stanno insediando gli ultimi 13 presidenti di sezione che erano mancati a causa di improvvise rinunce. Presto le operazioni di voto saranno regolari in tutte le 600 sezioni cittadine.

Dal ministero dell’Interno spiegano a Domani che, qualora ci dovessero essere file nei seggi dove i lavori sono partiti in ritardo, potranno restare aperti finché sarà necessario. Invece non è stata decisa una riapertura al mattino, per quello infatti sarebbe necessario un decreto legge da varare in Consiglio dei ministri.

In serata la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha rilasciato un comunicato: «È gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ovvero abbia rinunciato all’incarico, ritardando l’avvio delle operazioni di voto. Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le istituzioni».

Gli atti in procura

Il comune ha deciso di mandare gli atti in procura: «In relazione alla situazione determinata dalla rinuncia da parte di soggetti nominati a svolgere la funzione di presidenti del seggio, mentre si sta cercando di ovviare alle conseguenze di questo irresponsabile comportamento, l'amministrazione comunale sta inviando gli atti alla Procura della Repubblica per ogni azione di competenza finalizzata all'accertamento di responsabilità di natura penale».

Alla viglia del voto circa il 20 per cento delle sezioni non si è costituito negli orari previsti, ovvero sabato alle 16, o per mancanza dei presidenti o del numero sufficiente degli scrutatori. Il problema sarebbero i contagi da Covid-19 ma il sospetto ricade anche sulla partita del Palermo per l’accesso in serie B.

La Lega ha fatto appello al presidente della Repubblica. «Situazione grave e inaccettabile, democrazia a rischio, è necessario allungare l’orario del voto» sottolineano fonti del partito di Matteo Salvini.

Lo stesso segretario è tornato sul tema nel primo pomeriggio, Salvini ha espresso «preoccupazione e sconcerto» al capo dello Stato per quanto sta succedendo a Palermo. Il leader della Lega, riferendosi alla mancanza di decine di presidenti di seggio, sottolinea «il grave danno per la democrazia in una delle città più importanti d’Italia». Per poi aggiungere con i giornalisti: «Queste cose non sarebbero successe nemmeno in Burundi dove ci sono i caschi blu»

I presidenti

Il vero problema è l’assenza dei presidenti, lì i plichi non si sono potuti consegnare. Più diffuso quello di piena operatività, comunque alle 9:20 il numero da costituire era già calato, ma è un dato di fatto che oltre ai seggi ancora chiusi altri sono in vistoso ritardo.

A Palermo il voto è stato al centro del dibattito dopo che nei giorni scorsi sono stati arrestati due candidati rispettivamente di Forza Italia e di Fratelli d’Italia per voto di scambio mafioso.

Berlusconi e Lagalla

Nonostante il silenzio elettorale, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, se l’è presa con la giustizia per gli arresti dei due candidati: «Questi arresti di candidati un giorno o due prima delle elezioni, potevano aspettare due giorni dopo, questa è sempre la storia della giustizia politicizzata che purtroppo non è morta» ha detto a Milano. Il candidato sindaco, Roberto Lagalla, ha invitato «tutti voi ad andare a votare, nonostante il caos in alcune sezioni. Le responsabilità di ciò che sta accadendo sono chiare».

Il sindaco uscente di Palermo, Leoluca Orlando, ha controbattuto: «Dispiace leggere alcune dichiarazioni da parte di esponenti politici che cavalcano per fini elettorali i disagi e i problemi derivanti dalla rinuncia di decine di soggetti nominati tanto dalla Corte d'Appello quanto successivamente dall'amministrazione comunale per svolgere la funzione di presidenti di seggio». La situazione che si è determinata in queste ore dipende «dal comportamento irresponsabile di alcune persone chiaramente individuate e che saranno denunciate all'Autorità giudiziaria», per lui «sono inaccettabili gli attacchi nei confronti degli organi competenti, attacchi che rischiano di nascondere le responsabilità che verranno accertate dall'Autorità giudiziaria di quanti hanno rifiutato, senza giustificato motivo, la nomina».

Mattarella vota

Palermo è anche il comune del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello stato si è recato questa mattina, intorno alle 9:50, al seggio elettorale per esprimere il proprio voto. Ha votato nella storica sezione 535 del plesso Piazzi, riportano i giornali locali. «Ha ritirato le schede e si è recato a votare ma è dovuto tornare indietro perché la matita era senza punta», scrive il Giornale di Sicilia. Il presidente di seggio ne ha fornito un’altra e Mattarella ha così potuto esprimere le proprie preferenze.

Al termine si è intrattenuto brevemente con i componenti del seggio elettorale. Mattarella non ha rilasciato dichiarazioni e, circondato dalla sua scorta, dopo aver votato è andato via.

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