È Piero Marrese, sindaco dem di Montalbano Jonico e presidente della provincia di Matera, il candidato del centrosinistra (Pd, M5s, Avs, Psi, +Europa) alle regionali della Basilicata. Un accordo che fa perdere un pezzo: Azione, potrebbe sostenere il candidato di centrodestra, il governatore uscente Vito Bardi, come ha già fatto Italia Viva. Con uno strascico di veleni. Il tentativo dei dem di allargare il campo ad Azione è stato stoppato da M5s. Calenda accusa Schlein di non rispondergli al telefono.

Del resto la scelta del candidato per la Basilicata è stata particolarmente sofferta. Il nome di Marrese arriva al terzo tentativo. Dapprima la bocciatura di Angelo Chiorazzo, l'imprenditore della sanità, proposto dal Pd e stoppato dal M5s. Poi la virata sul chirurgo Domenico Lacerenza, candidato “a sua insaputa”, rimasto in corsa solo 72 prima di fare un passo indietro. 

Lo strappo di Pittella

Dopo la decisione sul nome di Marrese, l’ex presidente della Regione e consigliere regionale di Azione Marcello Pittella ha inviato un audio ai suoi sostenitori chiamando in causa i campi di sterminio nazisti. «C'è un'azione a far male – ha detto – a far morire. Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nella camera a gas. Ecco io per loro sono un ebreo che deve morire, insieme a me Azione».

«Aderiamo al centrodestra, con tutte le difficoltà del caso – ha detto ancora – solo per una ragione programmatica. Ora dobbiamo lavorare molto per dimostrare che siamo forti, che siamo in campo determinati e capaci e sopravviviamo anche a coloro che attentano alla nostra vita politica e istituzionale».

Poche ore dopo Pittella si è detto «dispiaciuto» per queste parole: «Sono profondamente dispiaciuto per l'accaduto e mi scuso con chi può essersi sentito offeso». 

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