Il fondatore del Movimento 5 stelle Beppe Grillo è indagato per traffico di influenze illecite, la procura di Milano vuole fare chiarezza sui contratti stipulati con l’armatore Vincenzo Onorato per gli anni a cavallo tra il 2018 e il 2020: l’ipotesi è che questi contratti siano in realtà fittizi, e che non siano altro che il prezzo della mediazione politica.

Tra i possibili destinatari di questa mediazione potrebbe esserci stato anche l’allora ministro Danilo Toninelli (M5s) che prende le distanze: «Non so di che cosa si stia parlando. Non voglio commentare cose di cui non ho contezza», risponde a Domani. Ma Grillo ha mai parlato di Onorato con l’allora ministro? «Non posso rispondere a una domanda su cui magari domani il giudice mi chiama a riferire come persona informata sui fatti».

Nessun favore

Da ministro, ricorda, ha dovuto affrontare la questione delle concessioni per il trasporto navale: «All’epoca la trattai come quella di Benetton (autostrade, ndr) e di tutti gli altri concessionari: adempimento degli obblighi contrattuali e miglioramento del servizio».

Tra post e articoli di allora, tiene a specificare, anche un attacco allo stesso Onorato, che secondo la procura il comico genovese avrebbe potuto voler favorire. In Sardegna l’allora ministro aveva annunciato che avrebbe posto fine al monopolio dell’armatore sui traghetti.

Il patron di Moby e Tirrenia aveva replicato: «Quella del ministro Toninelli è una dichiarazione di chi non sa e non ha preso le informazioni, pura campagna e demagogia elettorale», e concludeva: «Al ministro Toninelli, alla cui impreparazione siamo abituati da tempo e sui temi più svariati, dico - perché è evidente che non lo sa - che per Onorato Armatori, di cui Tirrenia fa parte, lavorano 5000 persone, tutte italiane e rappresentiamo di gran lunga la prima realtà nazionale in termini occupazionali nei traffici per le isole». Un’altra delle sue battaglie è infatti quella riguardante l’assunzione di solo personale italiano.

Toninelli si era detto pronto a rispondere per vie legali.

Le concessioni, come raccontato da Domani avrebbero dovuto essere rimesse a gara, nello specifico per i traghetti per la Sardegna, ma non è accaduto: «L’indirizzo quando io ero ministro, in quell’anno, era quello di preparare tutte le carte amministrative per mettere a gara la convenzione. Tutti sapevano che da ministro non accettavo la condizione più comoda per i concessionari, ovvero la proroga di concessioni scadute». E assicura: «Fossi rimasto ministro per altri sei mesi sarebbero partite le gare». Dopo di lui le concessioni che interessano Onorato hanno continuato a essere oggetto proroga, nel Conte II e durante il governo Draghi.

Per la Sardegna, come raccontato da Daniele Martini su queste pagine, le sovvenzioni sono circa 72 milioni di euro l’anno, soldi che da circa un decennio defluiscono nelle casse del gruppo Onorato proprietario delle compagnie Moby, Tirrenia-Compagnia italiana di navigazione (Cin) e Toremar.

La concessione è scaduta il 18 luglio del 2020 (Toninelli non era già più ministro), ma due governi di fila, prima quello Cinque stelle-Pd, poi quello ecumenico guidato da Mario Draghi, hanno provveduto ad allungarla.

«Non ho mai ricevuto richieste di aiuto nei confronti di nessun concessionario e non ho mai aiutato alcun concessionario di alcun tipo», dice ancora Toninelli.

Navigare italiano

Un altro dei temi che Onorato ha seguito, prima cercando una sponda nei renziani, è stato quello degli sgravi fiscali per le sole navi che imbarcano personale italiano e comunitario, a cui è corrisposta la campagna «Io navigo italiano».

La procura di Firenze, indagando sul caso della Fondazione Open, che vede Matteo Renzi indagato per finanziamento illecito ai partiti, ha trovato che Onorato si sarebbe mosso con gli esponenti politici renziani Luca Lotti,  e Ernesto Carbone su questo fronte. Proprio dall’inchiesta di Firenze è partita quella milanese su Grillo e Onorato.

I contratti pubblicitari stipulati con la Casaleggio associati e il Blog di Beppe Grillo da centinaia di migliaia di euro riguardano la campagna «Io navigo italiano». Toninelli però ribadisce di non avere nulla da dire: «Non rispondo proprio. Ripeto che nessuno ha mai chiesto di aiutare qualcuno».

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