Appena chiuse le urne in Calabria, dove ieri e oggi fino alle 15 si è votato per eleggere il nuovo consiglio regionale, dopo le dimissioni anticipate dell’azzurro Roberto Occhiuto, dopo un’inchiesta a suo carico per corruzione.

Secondo la prima proiezione Swg, Occhiuto - ricandidato dalla coalizione di centrodestra – è avanti con il 58 per cento. Il suo avversario, candidato del campo largo e proveniente dal Movimento 5 Stelle, è Pasquale Tridico, che insegue con il 40 per cento.

Se saranno confermati questi numeri, dunque, il governatore uscente si riconferma con una maggioranza decisamente ampia alla guida della regione.

Anche se stando ai primi dati non basterà, il campo largo – che si presentava unito anche il 2021 – ha migliorato il risultato: quattro anni fa la sfidante di Occhiuto Amalia Cecilia Bruni si era fermata al 27,6 per cento. All’epoca, però, a guastare la corsa dell’opposizione si era inserito il candidato indipendente Luigi De Magistris, che aveva raccolto il 16 per cento.

I risultati dell’affluenza sono bassi e si attestano al 43 per cento, un punto in meno rispetto al 2021.

Sul tema della bassa affluenza – ormai una costante sia alle politiche che alle amministrative – si è espresso il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi: «I dati sono dopati dalla presenza di 420mila elettori residenti all'estero. Se a questi aggiungiamo gli oltre 400 mila che risiedono qui ma vivono in altre città ci accorgiamo che alla fine la percentuale reale dei calabresi votanti è superiore al 70 per cento». 

Se il risultato effettivo sarà la riconferma di Occhiuto, si profila un 2 a zero per il centrodestra dopo la vittoria del meloniano Francesco Acquaroli nelle Marche.

Dopo questo risultato, l’obiettivo degli alleati di Giorgia Meloni è sbloccare le altre candidature ancora incerte per Puglia, Calabria e Veneto: le prime due regioni sono date per riconfermate al centrosinistra, l’ultima certamente ancora al centrodestra.

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