Quattro nomi nuovi, tutti under 35, che hanno trovato spazio nelle liste del Partito democratico, come capolista, nel segno del rinnovamento. Ma anche con qualche sponsor tra i big, dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano, e con un comune denominatore: nonostante la giovane età, vantano una lunga appartenenza al Pd, proponendosi come nativi dem; si tratta della generazione che non ha avuto militanza nei partiti che hanno costituito il Pd. E c’è una ulteriore particolarità che unisce tre dei capolista under 35: Caterina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino vengono dal sud, mentre solo una, Rachele Scarpa, arriva dal nord-est, esattamente dal Veneto.

Esordi da ribelle

Foto AGF

Il giovane più esperto, anche nei riposizionamenti strategici, è Sarracino, attuale segretario metropolitano di Napoli. Del resto non si arriva a caso a ricoprire un incarico del genere, nel capoluogo campano dove il partito è noto per le divisioni interne. Gli esordi nel Pd risalgono al 2013, quando era schierato sulle posizioni di Pippo Civati.

In quegli anni Sarracino era iper critico nei confronti dei vertici, talvolta pronto a mettere un piede fuori dal partito per seguire il suo mentore. Solo che, quando c’è stata la scissione civatiana, Sarracino è rimasto nel Pd, avvicinandosi subito dopo alle corrente di Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, che lo hanno accolto sotto la loro ala protettiva.

Durante le primarie napoletane del 2016, il sostegno di Speranza e compagni lo ha portato al 10,6 per cento con oltre 3.200 voti conquistati. Una buona performance. Ma, come accaduto con Civati, nel momento in cui i bersaniani sono usciti dal Pd per fondare Articolo Uno, Sarracino li ha lasciati andare, optando ancora per la permanenza tra i dem.

Alle primarie nazionali del 2017, stravinte da Matteo Renzi, si è ritagliato il ruolo di portavoce della mozione di Andrea Orlando, da cui politicamente non si è più separato. Il dirigente campano, a 30 anni, è stato eletto segretario metropolitano, superando indenne le successive tensioni nel partito legate alle regionali.

Tra i suoi cavalli di battaglia c’è la tutela del lavoro, i diritti civili, e le politiche a sostegno del sud. Un esordiente, che ha dimostrato di saper cogliere il meglio per sé. Al costo di chiudere rapporti personali e politici in apparenza consolidati.

Radici movimentiste

Traiettoria diversa, invece, quella di Caterina Cerroni, 31 anni compiuti pochi giorni fa, più movimentista, grazie alle battaglie portate avanti sul femminismo e sullo spazio da dare ai giovani in politica. Che fosse destinata a un futuro luminoso, era chiaro già a19 anni, quando è stata eletta nel consiglio comunale di Agnone (5mila abitanti in provincia di Isernia), sua città natale.

Il salto di qualità è tuttavia arrivato nel 2019, quando il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, l’ha candidata nella circoscrizione meridionale alle Europee. L’elezione è stata mancata, come prevedibile, ma Cerroni ha ottenuto oltre 35mila preferenze. Nel 2020, al termine di un congresso molto caotico, tra accuse di brogli e veleni, la giovane di Agnone è diventata la prima donna a guidare i Giovani democratici. Per Letta è stato naturale puntare su di lei, con la ragione di spingere sul rinnovamento.

A benedire Raffaele La Regina, 29enne lucano con la passione per la ricerca e lo sviluppo del Mezzogiorno, è stato invece Provenzano. Il vicesegretario del Pd ha avuto modo di conoscere il neo-candidato fin dai tempi dell’esperienza allo Svimez, nel 2018. Dal settembre 2019, con la nascita del governo Conte bis, La Regina è stato stretto contatto con l’allora ministro per il Sud, per cui ha ricoperto l’incarico di segretario particolare a Palazzo Chigi fino al temine del mandato. A dicembre scorso il passaggio politico più significativo: l’elezione a segretario del Pd in Basilicata.

Un percorso tutto radicato sul territorio è anche quello di Rachele Scarpa, trevigiana di 25 anni, che figura tuttora tra le collaboratrici della corregionale Alessandra Moretti nell’Europarlamento. Nel 2020 è stata candidata alle Regionali a supporto di Arturo Lorenzoni, scelto dal centrosinistra contro Luca Zaia, ottenendo un buon risultato: con 4.727 preferenze è stata la seconda della sua lista più votata a Treviso. Diversa infine la situazione di Paolo Romano, 26enne assessore al Municipio VIII di Milano: l’enfant prodige del partito milanese si giocherà le carte al collegio uninominale Lombardia 1 di Cologno Monzese. Per lui niente blindatura. Se ne riparlerà, forse, al prossimo giro.

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